Gli animali domestici come indice di ricchezza del redditometro? Incivile: farebbe aumentare il pericolo di abbandono e randagismo!
Inserire il possesso di animali domestici come indice di ricchezza nel redditometro, oltre che incivile, sarebbe anche pericoloso. Ad oggi vengono impiegati numerosi strumenti per combattere il fenomeno dell’abbandono di animali, con discreto successo: se gli italiani in condizioni economiche difficoltose fossero tassati anche per il possesso di un cane o un gatto, quanti potrebbero essere spinti al vergognoso gesto dell’abbandono? Quanti potrebbero decidere di non prendere i regolari provvedimenti veterinari come microchip e anagrafe canina e felina?
Non dobbiamo neppure sottovalutare l’importanza che i nostri amici a quattro zampe hanno: fanno compagnia agli anziani; possono essere un aiuto per l’educazione dei bambini; sono parte integrante di alcune terapie.
Abbiamo sottoscritto con entusiasmo la petizione dell’Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani. Entro il 31 gennaio 2013 chi volesse potrà firmarla andando sul sito Petizioni Animali. Questa petizione oltre alla questione redditometro e animali, prende in esame anche il regime fiscale che viene applicato alle prestazioni veterinarie: attualmente con l’IVA al 21%.
E’ nostro dovere tutelare la salute anche di chi non ha la voce per rivendicare i propri diritti.