
8 marzo: non dividiamoci, lottiamo insieme ognuna con le proprie modalità
“Siamo così, dolcemente complicate…” leggendo in questi giorni sui giornali il dibattito sull’8 marzo e sull’opportunità o meno di indire uno sciopero delle donne, mi sono venute in mente le parole di una famosa canzone di Fiorella Mannoia. Credo che sarebbe profondamente sbagliato festeggiare la ricorrenza dell’otto marzo dividendosi fra le donne che aderiscono allo sciopero e quelle contrarie, che non lo ritengono uno strumento adeguato a celebrare la festa della donna o ne intravedono una critica indiscriminata a tutto ciò che comunque si sta provando a mettere in campo a favore delle donne. Partiamo invece dalla consapevolezza che abbiamo ancora tanta strada da fare insieme, perché i dati ci restituiscono una fotografia del nostro Paese in cui le vittime numericamente più significative della disuguaglianza sono proprio le donne. E lavoriamo insieme, donne nelle istituzioni e della società civile.
Cara amica, quest’anno l’8 marzo ha una valenza ancora più importante
quest’anno l’8 marzo ha una valenza ancora più importante perché sarà l’occasione per ribadire in Italia, ma non solo, la nostra rivendicazione all’autodeterminazione. Saranno infatti molte le iniziative con le quali in questa giornata vorremo ricordare le donne spagnole che hanno intrapreso nel proprio Paese la battaglia di “Yo decido”. In Piemonte abbiamo già avuto modo di portare avanti questa lotta il giorno dopo l’insediamento di Roberto Cota in Regione: il leghista in svariate occasioni ha cercato di limitare la libertà delle donne in relazione all’aborto, sia provando a limitare l’utilizzo della pillola del giorno dopo, sia istituzionalizzando il Movimento per la Vita nei consultori. Per contrastare questa deriva ho presentato già nel 2010 una proposta di legge volta a garantire la vigilanza dell’applicazione della legge 194 del 1978, soprattutto in corrispondenza all’elevato numero degli obiettori di coscienza. Leggi Tutto
Un 8 marzo contro il femminicidio: perché non sia una semplice ricorrenza
Centoventisette nel 2011, centoventicinque nel 2012, già dodici quest’anno: sono i numeri di una tragedia che nei titoli di giornale viene descritta con una parola, femminicidio. Anche in occasione della Giornata internazionale della donna vogliamo ribadire con forza che deve essere disarmata la mano criminale degli assassini che uccidono le donne perché le considerano proprietà privata.
Per farlo dobbiamo dire con forza che le violenze, anche quelle domestiche, devono essere tutte denunciate. Leggi Tutto