Sono cresciuta nel quartiere operaio di Mirafiori sud, una delle periferie più emblematiche di Torino.
Ho capito molto presto che nessuno ti regala niente, e che i diritti vanno conquistati e difesi. In particolare mi sono appassionata sin da giovanissima alla “questione femminile”.
Un primo traguardo è stato diventare presidente piemontese della storica associazione Emily. Ho sperimentato sul campo come il tema della parità di genere abbia una valenza generale, e si saldi con la difesa dei diritti di tutte le differenze, in quello che poi è diventato l'”approccio intersezionale”.
Così nel 1994 ho deciso di dedicarmi alla politica, e, gradino dopo gradino, passando dalla carica di consigliera di circoscrizione a quella comunale, e poi regionale, sono arrivata a guidare l’assessorato ai Diritti della Regione Piemonte, che è risultato uno dei più all’avanguardia nella difesa delle donne, dei migranti e in generale di chi risulta discriminato in corrispondenza alle proprie differenze.
In particolare ho lasciato alla regione due leggi quadro di prevenzione e contrasto alla violenza di genere (legge n. 4 del 2016) e rispetto a tutte le discriminazioni (legge n. 5 del 2016), di cui vado molto orgogliosa.
Ho sempre creduto nell’importanza dell’impegno come strumento per ottenere risultati.
Da ragazza, figlia di una casalinga e di un disegnatore della Comau, mi sono laureata a pieni voti in Scienze dell’Informazione e ho poi conseguito un master in informatica e telecomunicazioni al Politecnico di Torino.
Terminata la mia esperienza nelle istituzioni, ho avuto l’opportunità di coniugare la mia formazione con le competenze acquisite nel percorso successivo, diventando ricercatrice sulle tecnologie civiche digitali al Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino, e riprendendo anche l’interesse verso l’Intelligenza Artificiale, soprattutto rispetto al suo impatto nel raggiungimento della parità di genere.
E nel frattempo ho iniziato ad impegnarmi in numerose associazioni che portano avanti i temi a me cari, sempre con l’idea di portare le competenze acquisite ed esplorare strade innovative che possano condurre a ridurre le disuguaglianze, a partire da quella di genere, obiettivo finora ampiamente disatteso.
L’ultima sfida in ordine temporale è essere socia fondatrice di UN Women Italy e componente del comitato direttivo nazionale.