La Fiat mette in mobilità 19 lavoratori di Pomigliano per fare posto ai reintegrati della Fiom? Una rappresaglia strumentale di Marchionne
Una vera e propria rappresaglia quella di Marchionne nei confronti dei lavoratori della Fiat di Pomigliano. L’azienda oggi ha comunicato di dover mettere in mobilità 19 operai dello stabilimento campano per fare posto agli altrettanti dipendenti della Fiom che devono essere reitegrati dopo il pronunciamento della magistratura.
Marchionne si sta esercitando in una resistenza ottusa dei valori capitalistici a scapito del bene dei lavoratori. Evidentemente il suo intento è quello di spaccare ulteriormente la base operaia dello stabilimento di Pomigliano già messa duramente alla prova dal referendum. Leggi Tutto
Su Fiat la navigazione a vista continua. Le istituzioni pretendano maggiore chiarezza
Oggi insieme a Pino Capozzi hanno vinto tutti i lavoratori
La vittoria in tribunale di Pino Capozzi, l’impiegato degli Enti Centrali di Mirafiori licenziato dalla Fiat perché colpevole di aver inviato una e-mail dal computer aziendale agli operai di Pomigliano alla vigilia del referendum, non è il successo di un singolo lavoratore ma collettivo. Oggi viene per la quarta volta ribadito che i diritti non sono negoziabili e che l’attività sindacale non può essere circoscritta e limitata all’interno di una contrattazione sindacale.
I giudici oggi hanno stabilito che il Lingotto dovrà risarcire il lavoratore con 2.550 euro più il versamento dei contributi per i cinque mesi in cui non ha potuto lavorare. Leggi Tutto
Fiat: Anche in questo caso la montagna ha partorito un topolino. Incentivi ed ammortizzatori non sono politiche industriali
Come diciamo in altre situazioni, anche in questo, il commento all’incontro del governo con Sergio Marchionne e John Elkan è quello della montagna che ha partorito un topolino.
Possiamo rilevare da parte dell’esecutivo finalmente un’assunzione di responsabilità: finora alle dichiarazioni non era seguita alcuna azione concreta. Ora vi è stato il vertice e l’impegno del Ministero per lo Sviluppo all’apertura di un tavolo con l’azienda centrato sull’export. Un po’poco ma meglio di nulla.
L’azienda, dal canto suo, probabilmente non incalzata dallo stesso governo, ha fornito generiche rassicurazioni sulla non chiusura degli stabilimenti. Niente di più. Leggi Tutto
I piemontesi preferiscono Cota a Marchionne? Una vittoria di Pirro per Cota
I piemontesi preferiscono Cota a Marchionne? Con tutta onestà non crediamo che ci volesse un sondaggio per scoprirlo. Il Presidente Cota dunque non esulti perché con molta probabilità chi è stato interpellato dai sondaggisti non ha indicato il personaggio che valutasse come il migliore, ma quello che a suo avviso può essere considerato il meno peggiore.
In questa ottica si deve considerare la vittoria di Cota con il 37% delle preferenze, contro il 35% di Marchionne. Si tratta di una vittoria di Pirro. Leggi Tutto