
Tre nuovi ingressi nel cda di Meta.
La notizia di oggi nel settore tecnologico è l’annuncio della società di Mark Zuckerberg dell’ingresso nel cda di Meta di John Elkann, presidente di Stellantis, insieme a Dana White, presidente e Ceo di Ufc, la principale organizzazione mondiale di arti marziali miste, e Charlie Songhurst, investitore in aziende tecnologiche, con investimenti in oltre 500 start-up a livello globale.
I tre nuovi componenti del cda vanno ad aggiungersi, oltre al fondatore Zuckerberg a: Peggy Alford (già executive vice presidente, Global Sales, di PayPal), Marc Andreessen (Andreessen Horowitz), John Arnold (cofondatore di Arnold Ventures), Drew Houston (cofondatore e Ceo di Dropbox), Nancy Killefer (retired senior partner di McKinsey Company), Robert Kimmitt (lead independent director di Meta e senior international counsel di WilmerHale), Hock Tan (presidente e Ceo di Broadcom), Tracey Travis (special adviser del Ceo di The Este’e Lauder Companies) e Tony Xu (confodatore e Ceo di DoorDash). (Fonte Borsa Italiana)
Il consiglio di amministrazione di Meta conta attualmente quindi 13 componenti, tra i quali tre soltanto sono donne: Peggy Alford, Nancy Killefer e Tracey T. Travis, quindi la rappresentanza femminile è pari al 23%.
Sebbene Meta non sia direttamente soggetta alla normativa europea, in quanto azienda statunitense, siamo lontani dalle percentuali stabilite dalla direttiva dell’Unione Europea sulla parità di genere nei consigli di amministrazione, nota come Gender Balance on Corporate Boards Directive:
- 40% dei posti di amministratori non esecutivi siano occupati dal genere sottorappresentato, oppure
- 33% dei posti totali del consiglio (inclusi esecutivi e non esecutivi) sia riservato al genere sottorappresentato.
Meta dovrebbe aumentare il numero di donne nel consiglio almeno a 5 su 13 per rispettare l’obiettivo del 33% del totale, anche se dobbiamo rilevare che già mostra progressi rispetto agli standard del settore tecnologico, in cui la parità di genere è ancora lontana.
La diversità di genere non è più un’opzione, bensì una necessità per aziende moderne e responsabili. Meta potrebbe cogliere questa opportunità per contribuire a un cambiamento culturale nel settore tecnologico, che è fondamentale nel disegnare il nostro futuro.