
Dal rapporto ‘AI in the EU: 2024 Trends and Insights from LinkedIn’: “solo il 26,3% della forza lavoro dell’Unione europea impegnata in professioni legate all’intelligenza artificiale è composto da donne: un dato inferiore sia al 27,7% del Regno Unito sia al 29,8% degli Stati Uniti. In questo senso, le donne sono sottorappresentate anche rispetto alla quota femminile della forza lavoro complessiva dell’Ue, che si attesta al 46,4%. Per quanto il gap si sia assottigliato rispetto al dato del 2016, di questo passo ci vorranno 162 anni per raggiungere la parità di genere”.
Questi numeri ci dicono che dobbiamo affrontare l’Artificial Gender Gap:
sia per aumentare la percentuale di occupazione femminile
sia perché l’intelligenza artificiale ha bisogno di diversità e di tutte le competenze
Quindi bisogna promuovere la presenza delle donne nelle discipline STEM soprattutto nell’ICT dove il divario è molto pesante, e essere consapevoli che l’intelligenza artificiale necessita non solo di competenze tecniche. Discipline umanistiche come la filosofia, l’etica, la psicologia e la linguistica sono fondamentali per sviluppare tecnologie inclusive.
Le donne tradizionalmente più presenti in questi campi potrebbero fare la differenza.
Questo video è stato inserito nella newsletter di LinkedIn “Che forma sta prendendo l’intelligenza artificiale nell’Unione europea.”