• I cento milioni di euro ai fornitori della sanità e delle politiche sociali sono una buona notizia o solo una mossa elettorale?

    E’ previsto un presidio di protesta per domani alle ore 16 in Piazza Castello a Torino, ad organizzarlo sono le sigle sindacali che vogliono difendere il sistema sanitario regionale: la sanità deve essere pubblica e accessibile per tutti quanti. I sindacati denunciano una riduzione sostanziale dei servizi e un drastico taglio al personale sanitario: 2.700 dipendenti in 21 mesi. Si tratta delle stesse preoccupazioni che abbiamo rilevato fino ad oggi nel nostro viaggio in Piemonte, ovunque abbiamo trovato cittadini in allarme per il continuo smantellamento di presidi sanitari territoriali.
    Un esempio di attualità: questa mattina abbiamo partecipato ad un’assemblea pubblica al Teatro Matteotti di Moncalieri dove centinaia di cittadini si sono riuniti per protestare contro la chiusura dell’emodinamica dell’ospedale Santa Croce. Stessa situazione che qualche settimana fa abbiamo trovato ad Orbassano quando sindacalisti, medici, infermieri e tantissimi cittadini hanno affollato la sala congressi del San Luigi per dire no alla chiusura dell’emodinamica.
    Ormai manifestazioni del genere sono all’ordine del giorno e per giunta ci ritroviamo sempre davanti al viscido teatrino dello scaricabarili: le prime file delle assemblee sono occupati da consiglieri di maggioranza che rinnegano l’operato dell’assessore Monferino. Poco ci tranquillizza la, seppur positiva notizia, del fatto che la Regione destini una somma extra di cento milioni nei confronti dei fornitori della sanità e delle politiche sociali. Si tratta sicuramente di una boccata di ossigeno per i fornitori che stanno vivendo una situazione molto critica, ma non vorremmo che si limitasse ad essere una mossa elettorale nell’assenza di una progettualità attenta al garantire i servizi ai cittadini.

Commenti chiusi