• Dall’Italia se ne vanno via sia i giovani italiani, sia gli stranieri. Lo dice l’ISTAT

    Dall’Italia se ne vanno via sia i giovani italiani, sia gli stranieri. Potrebbe essere riassunto così il report pubblicato oggi dall’ISTAT  in relazione alle “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente” per l’anno 2013. Le immigrazioni sono passate dalle 527.000 del 2007 alle 307.000 del 2013, segnando così un calo del 41.7%; nello stesso periodo le emigrazioni sono più che raddoppiate, passando da 51.000 a 126.000.

    Secondo l’istituto statistico infatti il 2013 avrebbe rivelato una tendenza ad abbandonare il nostro Paese che avrebbe coinvolto i nostri connazionali, ma anche la popolazione straniera residente. I cittadini italiani che avrebbero deciso di migrare alla ricerca di un futuro migliore sarebbero stati ben 82.000, registrando una crescita statistica del 20.7% rispetto al 2012. Dato che viene confermato anche per la popolazione straniera: il 14.2% degli immigrati ha deciso di cancellare l’iscrizione all’anagrafe italiana. Gli stranieri residenti in Italia rispetto al 2012 sono stati 43.000 in meno rispetto all’anno precedente, una flessione del 12.3%.

    Dati che ci dicono sostanzialmente due cose: il nostro è un Paese sul quale la stessa popolazione scommette sempre meno; è il resto d’Europa e del mondo che gode dei vantaggi della formazione che offriamo ai nostri ragazzi. Sì, perché sempre l’ISTAT ci dice che il 31% di chi emigra ha una laurea e che 19.000 laureati si sono trasferiti all’estero nel 2013. Le mete principali dei nostri giovani connazionali? Regno Unito, Germania, Svizzera e Francia.

    Il rapporto ISTAT pubblicato oggi lascia l’amaro in bocca perché conferma quella che la futura classe dirigente del Paese ci sta lasciando. Ci lasciano soli perché noi li abbiamo lasciati soli per primi. Dobbiamo tornare a scommettere su loro e sulle loro idee dandogli strumenti utili a competere con il resto del mondo o semplicemente a costruirsi un futuro decente. È arrivato il momento di mettere in campo serie politiche che possano fungere da calamita a tutti coloro che hanno smesso di scomettere sull’Italia, stranieri o italiani che siano.

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