• Dall’assemblea dei soci del CSI-Piemonte qualche elemento positivo sul fronte finanziario. Nebbia ancora sul futuro organizzativo

    L’esito dell’Assemblea del CSI-Piemonte che si è tenuta oggi ci lascia spiazzati perché non sappiamo come interpretare l’approvazione di due documenti che tra loro sono in contrasto: il “Progetto di valorizzazione degli asset consortili” predisposto dalla società di revisione KPMG; la relazione presentata dai professionisti incaricati dai soci del consorzio che “evidenzia la necessità di mettere in sicurezza lo stesso e successivamente procedere alla privatizzazione degli asset”. Ci chiediamo come si possano approvare due documenti che tra loro sono in contrasto.
    Ciò che era stato assunto e confermato nell’Assemblea del 7 novembre (“la validità della scelta di un ente strumentale unitario, in forma di Consorzio di diritto pubblico che consenta ai propri consorziati, attraverso l’attività di integrazione e coordinamento, il governo dei sistemi informatici”) viene di fatto sconfessato se si dà corso a ciò che è stabilito nel piano industriale di KPMG. Noi avevamo chiesto di approfondire tale piano ulteriormente nella Commissione del Consiglio Regionale.
    Consideriamo positivamente il fatto che vengano garantiti i pagamenti dei crediti scaduti vantati nei confronti del CSI e l’impegno dei Soci affinché entro il 31 marzo 2013 definiscano i piani di servizi da affidare al consorzio su base almeno quinquiennale. Ci attendiamo che ciò significhi che finalmente l’informatizzazione sanitaria piemontese sarà conferita al CSI come definito nel documento approvato dall’assemblea: “impegnare i Soci a far convergere verso CSI-Piemonte l’insieme delle attività degli stessi enti affidati a terzi in materia di ICT”, in termini economicamente vantaggiosi.
    Se qualche nuvola si può dissolvere rispetto alle problematiche finanziarie non comprendiamo quale sia il futuro del CSI dal punto di vista organizzativo in quanto ci sono indicazioni fra loro discordanti. Noi invece riteniamo opportuna una riorganizzazione del consorzio volta alla sua crescita e sviluppo, mantenendo la sua natura pubblica.

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