• Da Marchionne putroppo non ci arrivano che conferme del suo scarso senso civico

    Saremmo più soddisfatti se dovessimo parlare di Fiat per elogiare strategie industriali dell’azienda volte allo sviluppo italiano e piemontese, ma siamo costretti a dover ribadire le nostre diffidenze nei confronti delle scelte e delle posizioni dell’amministratore delegato del gruppo.
    In passato avevamo già denunciato la vera natura dell’idea imprenditoriale di Marchionne, ora dobbiamo ribadirlo. Sentire definita “folkloristica” una sentenza di un tribunale della Repubblica italiana, come quella relativa all’assunzione di lavoratori nello stabilimento di Pomigliano, ci lascia sbigottiti. Soprattutto se a farlo è una persona che neppure paga le tasse nel nostro Paese. Marchionne dicendo che solo in Italia ci sono leggi che permettono sentenze del genere, probabilmente non si rende conto della pubblicità positiva che rende al nostro sistema giuridico all’estero e di cui dovremmo tutti essere orgogliosi se agisce contro le discriminazioni.
    La Fiat piuttosto dovrebbe dirci quali sono i progetti che ha in serbo per Torino e per tutti gli altri stabilimenti italiani. Non si può continuare ad accettare un’assoluta indeterminatezza di intenti nel nostro Paese, e purtroppo solo certezze nelle continue delocalizzazioni.
    La politica tutta deve lavorare per avere risposte chiare da Marchionne che una volta per tutte dovrà mostrarci nero su bianco i progetti che ha per il nostro Paese. Del suo pessimo umorismo nel commentare le sentenze non sentiamo proprio il bisogno nel triste teatrino mediatico, che spesso lo stesso Sergio Marchionne alimenta.

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