• Le famiglie piemontesi e le parrocchie una risorsa importante nella gestione dell’accoglienza

    Nell’anno del Giubileo l’impegno della Chiesa sarà quello di accogliere i più bisognosi. Già numerose parrocchie torinesi hanno fatto proprio l’invito di Papa Francesco ad aprire le proprie porte ai numerosi migranti che sono arrivati in Europa. Di come affrontare questa sfida in Piemonte si è discusso questa mattina alla presentazione da parte dell’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino del Rapporto sulla protezione internazionale in Italia.

    Questa mattina è stata messa in evidenza la necessità di guardare anche oltre il sistema di accoglienza SPRAR perché è necessario dare una prospettiva ai migranti anche nel momento successivo all’ottenimento del permesso di soggiorno. In quest’ottica il ruolo delle parrocchie e delle famiglie che a loro si rivolgono sarà di rilevante importanza.

    Sarebbero più di un centinaio le famiglie che avrebbero dato la propria disponibilità A contribuire nel percorso di accoglienza dei migranti. L’Ufficio Pastorale Migranti della Diocesi di Torino ha poi annunciato che la CEI distribuirà alle Prefetture italiane un documento relativo alla disponibilità delle strutture religiose ad accogliere.

    10152015PastoraleMigrantiLa Regione Piemonte sposa in modo simbolico il Rapporto sulla protezione internazionale in Italia e ovviamente metteremo in campo il nostro impegno per portare avanti una buona collaborazione. Tante famiglie hanno dato la loro disponibilità anche perché il clima a livello generale è cambiato. Ci stiamo predisponendo per raccogliere le richieste delle famiglie che vogliono mettersi in gioco in prima persona nell’accoglienza. A Torino e Asti ci sono esperienze importanti in questo senso, ma dobbiamo rendere uniformi le risposte che offriamo ai cittadini che ci chiedono di poter contribuire nell’accoglienza. Il nuovo bando SPRAR che è stato pubblicato sarà utile a incrementare progetti di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati anche in quelle province che non ne hanno attivi.

    I migranti possono essere inseriti in percorsi lavorativi. Da poco per esempio abbiamo presentato un progetto di inserimento lavorativo a Serralunga utilizzando uno strumento come Garanzia Giovani che si rivolge a italiani e richiedenti asilo. Anche perché è fondamentale non alimentare una dannosa guerra tra poveri.

    La Regione Piemonte ha lavorato al contrasto alla tratta. Sono diversi i casi di donne che arrivano in Italia essendo già in contatto con quel sistema che le sfrutta e le mette nel giro della prostituzione. Stiamo lavorando a un protocollo utile a intercettare subito questi casi. I centri di prima accoglienza serviranno anche a questo, a fare da filtro per mettere in sicurezza le donne che verrebbero avviate allo sfruttamento.

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