• No alla privatizzazione dell’acqua. Dimmi cosa ne pensi rispondendo al sondaggio

    Il provvedimento del Governo Berlusconi che privatizza l’acqua del rubinetto è inaccettabile e non tiene conto dell’orientamento popolare che si è espresso con oltre 400.000 firme raccolte per la legge di iniziativa popolare.Non ci sono buone ragioni, come sostiene Alessandro Penati su Repubblica di sabato 21 novembre, per affermare che il privato possa gestire meglio i servizi pubblici.
    La difesa dell’acqua pubblica non è una battaglia demagogica e populista. Si tratta di ridare senso al “pubblico”, e questa dovrebbe essere una delle ragioni fondanti di una Sinistra nuova.
    Come osserva Antonio Scurati su La stampa del 19 novembre, siamo di fronte alla privatizzazione della vita che agisce simultaneamente su due versanti. Da una parte si procede a privatizzare la proprietà non solo dei mezzi di produzione ma anche dei mezzi di sussistenza della vita, i cosiddetti “beni comuni”, affidandoli a soggetti d’impresa mossi naturalmente dalla logica del profitto.
    Dall’altra, si è ridotta la vita sociale a fatto privato, svilendo la nozione di “pubblico interesse”. Il pubblico, come ci insegna Barman, diventa un agglomerato di guai, preoccupazioni e problemi privati.
    Un passaggio importante a Torino sarà la discussione della delibera di iniziativa popolare per la modifica dello Statuto comunale, inserendo l’acqua come bene comune non a rilevanza economica.
    La ripubblicizzazione del servizio idrico dovrà essere anche un punto della piattaforma politica per la redazione del programma per le elezioni regionali, seguendo l’esperienza positiva della Puglia.

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