• Un Bilancio pessimo votato in condizioni estreme: dal contenimento ai servizi sanitari all’incertezza sui livelli occupazionali del trasporto locale

    Le forzature della Giunta regionale hanno trasformato la discussione sul bilancio in un dibattito dalle condizioni estreme sia nella forma, sia nei contenuti.

    Questa mattina durante la riunione dei capogruppi abbiamo chiesto che gli assessori alla Sanità e ai Trasporti comunicassero in aula in merito alla salute dei loro assessorati: sono questi due i nodi che devono essere sciolti per evitare il commissariamento formale perché dal punto di vista sostanziale la nostra Regione è già commissariata.

    Noi non siamo per il gioco del “tanto peggio, tanto meglio”, speriamo che il passaggio drammatico del commissariamento del nostro ente non ci sia perché significherebbe un aumento dell’IRPEF, dell’IRAP e la mancanza dei fondi aggiuntivi extra LEA.

    Tuttavia manifestiamo segnali di grande preoccupazione.

    Per quanto riguarda il trasporto pubblico locale l’assessora Bonino oggi non ha aggiunto molto rispetto alle indiscrezioni riportate sui giornali: ci sarà un taglio di 60 milioni di euro. Nel dettaglio non sappiamo come questo verrà modulato.

    Un dato non vorremmo però che passasse sotto traccia, la Bonino oggi ha dichiarato che il trasporto locale non può essere inteso come un ammortizzatore sociale e che dei livelli occupazionali se ne dovrà occupare l’assessorato al Lavoro: cosa intende? Si prevedono già tagli ai dipendenti del settore? Noi ci auguriamo di non dover affrontare nei prossimi anni un’emergenza occupazionale creata da questa Giunta regionale. In ogni caso al cinico gioco dello scarica barile noi non ci vogliamo stare.

    Stesso gioco che in qualche modo sta facendo l’assessore Cavallera sul fondo immobiliare sanitario nei confronti del collega Pichetto. Siamo invece soddisfatti della fine nei fatti, anche se non ancora dichiarata, dell’esperienza delle Federazioni sanitarie. Non riusciamo a comprendere un passaggio del discorso dell’assessore: ha parlato di tagli per 200 milioni di euro e contemporaneamente della nascita di 7.000 nuovi inserimenti nell’assistenza domiciliare integrata in modo da alleggerire le corrispondenti liste d’attesa. Bene, ma come intende mettere in atto il suo piano? Poi ci ha parlato di un generico piano di approfondimento che consenta una nuova programmazione in merito alle emodinamiche, ma sui 13 presidi che dovrebbero chiudere, come l’ospedale Valdese di Torino o il punto nascite di Carmagnola, entro il 30 giugno non ci ha detto nulla.

    E tutto questo tenendo conto che, sì, vengono congentati i tempi, ma alla prima votazione utile è mancato il numero legale. Siamo alla follia e alla dimostrazione più limpida dell’inadeguatezza di questa Giunta che se ne deve andare a casa il prima possibile.

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