• L’IPLA è un bene del Piemonte, non della giunta Cota: vengano ascoltati i lavoratori al più presto

    Alla crisi ognuno risponde a proprio modo ed i lavoratori dell’IPLA oggi davanti al Consiglio regionale del Piemonte hanno messo le mani avanti e si sono offerti in vendita ai passanti. Pedologo con esperienza ventennale; dottore forestale ideale per risparmio energetico; biologa sottocosto e anche in saldo; agronomo esperto in fitopatologia: queste sono solo alcune delle figure che con ironia e una buona dose di sarcasmo oggi sono state vendute da un collega improvvisatosi piazzista per l’occasione.
    “Se non facciamo ridere nessuno ci considera” – ci hanno detto alcuni dei lavoratori impegnati nella manifestazione, ma di questa situazione vi è ben poco da ridere. Più volte abbiamo cercato di spiegare le funzioni dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente che ha sviluppato negli anni studi specialistici nei campi della micologia e patologia forestale, della flora, vegetazione e foreste, della cartografia tematica, dei rifiuti e delle biomasse.
    Il clima goliardico evidentemente ha innervosito la giunta Cota, che nella persona dell’Assessora Maccanti avrebbe messo in dubbio l’operazione di ricapitalizzazione dell’IPLA su cui la giunta si è precedentemente impegnata. Siamo convinti che si sia trattato di un semplice malinteso perché una dichiarazione del genere metterebbe in dubbio la serietà dell’istituzione regionale: le società di proprietà della Regione non sono di proprietà di alcun Assessore o parte politica. Quella dell’IPLA è una partita che si deve giocare in Consiglio e nelle commissioni di competenza anche dopo un’attenta valutazione delle proposte e delle motivazioni dei lavoratori. Anche perché ci troviamo davanti a persone che hanno anche formulato una propria proposta di sviluppo dell’ente, che ha una forte valenza pubblica, difficilmente sostenibile in ambito privato.

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