• L’espulsione di Fabrizio Biolè dal Movimento 5 Stelle Piemonte non è solo una questione di regole interne, ma solleva la questione parì opportunità

    Fino ad oggi non abbiamo voluto commentare in alcun modo le vicende interne al Movimento 5 Stelle legate all’attacco maschilista subito dalla consigliera comunale di Bologna Federica Salsi.
    Ritenevamo e riteniamo ancora oggi che le parole di Beppe Grillo subito dopo la trasmissione televisiva Ballarò fossero offensive non solo per l’esponente emiliana, ma che lo fossero nei confronti di tutte le donne e di coloro che si sono battuti e si battono per la parità di genere. Oggi però, dopo l’espulsione di Biolè, ci sentiamo in dovere di non tacere.
    Nei confronti del consigliere regionale piemontese esprimiamo la nostra solidarietà. Abbiamo avuto modo negli anni di conoscerlo e, seppur nelle differenze politiche che contraddistinguono i nostri operati, abbiamo anche avuto modo di apprezzare la pacatezza e la correttezza oltre che l’impegno. E’ nostra ferma convinzione che la dimensione politica non possa e non debba calpestare il rapporto umano tra persone civili e oneste.
    E’ lampante però come la questione adesso assuma contorni politici ben delineati: nel Movimento 5 Stelle non vi è spazio per la questione di genere. Non possiamo credere che la cacciata di Biolè fosse dovuta ad una questione di regole interne. Non è credibile che chi ha fatto della selezione dei candidati un vanto non si fosse reso conto in oltre due anni della questione: se fosse così sarebbe lecito chiedersi come questi soggetti pensino di poter candidarsi al Governo del nostro Paese.
    Dettò ciò è nostra convinzione che, come in passato ci siamo scagliati contro il maschilismo berlusconiano, oggi sia necessario scagliarsi contro quello di Beppe Grillo. Un Movimento che accetta di veder calpestati i diritti delle donne in silenzio come potrà tutelarle? Grillo invece di espellere chi prende le distanze dai suoi attacchi machisti dovrebbe chiedere scusa. Giorno dopo giorno diventa sempre più la brutta copia di Silvio Berlusconi.

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