Berco, un eccidio di lavoratori che non può essere accettato. Governo e Regione mettano in atto ogni azione per bloccare il ricatto dell’azienda
Che si tratti di una ritorsione da parte della Thyssen Krupp nei confronti dello Stato italiano a causa della sentenza relativa al rogo dello stabilimento torinese, o che si tratti di una ristrutturazione aziendale, sia chiaro ai vertici della società che le responsabilità dell’eccidio di lavoratori che sta mettendo in atto ricadranno direttamente sulle loro spalle.
E’ inaccettabile la chiusura a riccio dell’azienda davanti alla proposta di trattativa del ministro Giovannini che prevedeva il ricorso a 12 mesi di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione con mobilità volontaria e incentivata, ricollocazione e formazione. La Berco, che ha circa 3.000 dipendenti, di cui circa 2.600 a Copparo (Ferrara), 100 a Busano Canavese (Torino), gli altri a Castelfranco Veneto (Treviso), ha preferito mettere sulla strada 611 lavoratori.
Il Piemonte pagherà un prezzo salatissimo per questa scellerata decisione perché i 100 dipendenti di Busano Canavese rimarranno tutti a casa a causa della chiusura dello stabilimento. Le istituzioni non possono rimanere zitti davanti a questa catastrofe, dobbiamo sollevare la testa e dire no. I lavoratori non devono essere lasciati soli.
La Regione deve valutare i danni che il nostro territorio subirà tenendo conto anche delle difficoltà che sarà costretto a subire anche tutto l’indotto. Quale sarà il futuro del sistema siderurgico in Piemonte?
Le istituzioni agiscano con tutte le modalità a loro disposizione per bloccare il ricatto della Berco.