• #5xilPiemonte – Questa non è più spending review, ma una roulette russa giocata sulle spalle dei cittadini piemontesi: i casi di Lanzo, Pomaretto e Gradenigo

    La presenza o l’assenza di un Anestesista di Guardia può sancire la differenza tra la morte del paziente o la sua sopravvivenza” – a scrivere queste parole non è un semplice cittadino, ma Sergio Mulatero un Dirigente Medico che opera come anestesista e rianimatore presso l’ospedale di Lanzo. Nella lettera che invia alle istituzioni e ai comitati territoriali si legge il senso di preoccupazione che lo attanaglia. Ha impugnato carta e penna per denunciare le voci che vorrebbero “in programma l’eliminazione totale o subtotale del servizio di Guardia Anestesiologica presso il Pronto Soccorso del Presidio di Lanzo. La struttura rimarrebbe così priva di Anestesista di Guardia nelle ore pomeridiane dei giorni feriali, nonché per tutta la giornata dei giorni prefestivi e festivi mentre nelle sole mattine feriali sarebbe presente un Anestesista tuttofare impegnato nella guardia attiva“.

    Quella che ci viene raccontato è uno dei passaggi che sta lentamente portando alla decapitazione della Sanità piemontese ai danni dei cittadini: non siamo più davanti a una sorta di spending review, ma davanti a una vera e propria roulette russa subita dai pazienti del nostro territorio. Il Pronto Soccorso dell’ospedale di Lanzo è un presidio degno di fiducia nel quale “vengono condotti pazienti comatosi, soggetti affetti da broncopneumopatie in condizioni di insufficienza respiratoria, tutti soggetti che abbisognano spesso dell’attività di un rianimatore per garantire le funzioni vitali e successivamente per essere avviati cerso un centro per pazienti acuti ove poter essere curati con trattamenti anche di tipo intensivo“.

    Tutto questo verrebbe sostituito da un servizio di Pronta Disponibilità Domiciliare di un Anestesista che dovrebbe correre da casa fino al presidio in caso di necessità: quella che viene proposta è l’istituzionalizzazione di un servizio di reperibilità. Nella lettera del dottor Mulatero un passaggio è cruento, ma rende l’idea: “L’anestesista reperibile da casa, in pronto soccorso può solo stilare il certificato di morte“. Sì, perché i tempi di intervento per un trattamento rianimatorio passerebbero dagli attutali 2 minuti circa, ai minimi 20 futuri, delegando al destino la sorte dei pazienti.

    E’ così vale per i presidi ospedalieri di Torino e di Pomaretto. Il capoluogo ad esempio, dopo la chiusura del Valdese, potrebbe subire anche quella del Gradenigo. Noi sabato aderiremo alla manifestazione convocata per contro la chiusura di quella struttura che rappresenta un presidio importante per la nostra città, come evidenziano i sindacati: “è un servizio ospedaliero d’eccellenza, terzo polo oncologico in Piemonte, eccellenza regionale per la cura dei tumori al colon, insufficienza cardiaca, artroscopia del ginocchio”. Siamo preoccupati per quello che sta succedendo alla Sanità piemontese: veramente non ci sono più i margini per evitare la svendita di un bene prezioso per la città?

    Anche le valli del pinerolese non sono messe bene. L’amministrazione regionale non guarda a quella zona della nostra provincia con l’attenzione che meriterebbe. Si pensi che a Pomaretto ad esempio è in preventivo la riduzione dei posti letto di post-acuzie portandoli dagli attuali 88 a solamente 20: ben oltre 60 posti letto in meno. E’ così che la Regione intende affrontare i problemi di un’area montana, distante dai centri, che comprende il 65% del territorio dell’ASL di riferimento? Tutto ciò nella consapevolezza che “le attività ad alta specializzazione non possono trovare più spazio nelle zone a bassa densità di popolazione” – come sostiene il sindaco di Pomaretto Danilo Breusa.

    Questa non è più spending review, ma una roulette russa giocata sulle spalle dei cittadini piemontesi: il nostro compito è quello di difendere la Sanità piemontese.

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