
Essere presente a Pechino +30 è stata per me un’esperienza profondamente significativa. Avevo seguito da lontano la Conferenza di Pechino nel 1995 e ogni anno la Commission on the Status Women a New York presso le Nazioni Unite.
Trovarmi lì, in un momento storico così complesso e sfidante, è stato emozionante. Molto bello e coinvolgente anche aver condiviso questa avventura con le colleghe di UN Women Italy, Darya Majidi e Katja Besseghini.
Vedere e incontrare donne e uomini provenienti da ogni continente mi ha fatto toccare con mano la straordinaria forza collettiva che potremmo mettere in campo per costruire un mondo diverso, equo e di pace, lontano dagli scenari che oggi sembrano imporsi irreversibilmente.
UN Women può fare molto rispetto alle priorità individuate nell’agenda Pechino +30, e anche noi come UN Women Italy, costruendo nuove alleanze in un contesto invece molto frammentato. Abbiamo ben chiari i problemi e anche parte delle soluzioni.
Bisogna passare all’azione con progetti e politiche da concepire in modo corale, avvalendosi delle nuove opportunità, a partire dalle nuove tecnologie e dall’intelligenza artificiale, che potrebbero essere il vero elemento di novità.
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