Insomma i famosi 35 euro agli immigrati li prendeva la mafia?
Avete presente “Mafia Capitale”, lo scandalo che ha colpito Roma? È stato scoperchiato un pentolone che ha messo in evidenza un sistema malavitoso che per anni ha lucrato sulla disperazione della gente. Possiamo ancora accettare tutto questo?
Leggendo i testi delle intercettazioni che sono state diffuse provo un forte sconforto. La guerra tra poveri che qualcuno cerca di disinnescare, abbiamo scoperto che per altri è un vero e proprio profitto. “Gli utili li abbiamo fatti sugli zingari, sull’emergenza alloggiativa e sugli immigrati” – dice uno degli indagati, e sempre quello stesso burattinaio in un’altra occasione ripete – “Tu sai quanto ci guadagno sugli immigrati? C’hai idea? Il traffico di droga rende meno”.
Da ieri sera sappiamo con certezza che a Roma quegli stessi personaggi che fomentavano i cittadini contro immigrati e zingari, lucravano su questi ultimi puntando all’assegnazione di fondi pubblici per rifinanziare “i campi nomadi”, la pulizia delle “aree verdi” e dei “Minori per l’emergenza Nord Africa”. Parte di questi soldi finiva nelle mani dei gestori delle cooperative amiche che ci facevano la cresta e si spartivano la torta.
Insomma i famosi 35 euro che secondo qualcuno finivano nelle tasche degli immigrati, in realtà finivano nelle casse di un’organizzazione criminale con radici profonde e contatti capillari anche dentro le istituzioni. Inaccettabile. La risposta che dobbiamo ai cittadini deve essere forte e chiara. Dal punto di vista amministrativo è evidente che sono necessari controlli ancora più stringenti sul sistema di assegnazione dei fondi pubblici, ma non solo perché a questo punto è necessario che anche chi forma l’opinione pubblica prenda atto delle proprie responsabilità e la smetta di prestare il fianco a chi fomenta l’odio razziale per poi risultare essere uno dei tanti boia delle fasce deboli della popolazione.
(Una foto di Tor Sapienza tratta dal sito de Il Fatto Quotidiano)