• Con i soldi che spendiamo per i CIE potremmo salvare la vita dei migranti

    “Non ne possiamo più di seppellire migranti” – sussurrano i soccorrittori che ogni giorno a Lampedusa sono costretti a fare i conti con le tante vittime dell’immigrazione: persone che cercano la libertà fuggendo da guerra, povertà e morte.

    Le ultime due vittime sono di venerdì pomeriggio, si tratta di due ragazzi di 25 anni morti a pochi metri dalla costa italiana. Questa però è tutta un’altra storia rispetto a quelle drammatiche che abbiamo conosciuto fino ad oggi. E’ una storia diversa perché questa volta dobbiamo prenderci ancora un pezzettino in più di colpa.

    Il Governo italiano, quello che è ancora in carica grazie ad una prorogatio voluta da chi non ha avuto il coraggio di assumersi la responsabilità del cambiamento (di certo non il centrosinistra), l’anno scorso ha cancellato la convenzione con il Cisom, il “Corpo internazionale di soccorso ordine di Malta”, che assicurava la presenza di due medici e due infermieri a bordo delle motovedette di Guardia costiera, Finanza e carabinieri. Medici che nel caso di venerdì, come in molti altri casi, avrebbero potuto apportare un primissimo soccorso fondamentale per i migranti.

    Un’accusa che è stata rilanciata anche da Mauro Casinghini, il direttore dell’Ordine di Malta, che sulla convenzione ha dichiarato al Corriere della Sera: “È scaduta a dicembre 2011. Siamo rimasti gratis in servizio fino al marzo 2012 e da allora aspettiamo. Ovvio che ci si trovi spesso davanti a soluzioni sanitarie che non possono essere delegate al comandante di una unità navale. Occorre un medico che si imponga anche sulle scelte da fare. Come quella di soccorrere e rifocillare prima i migranti a bordo della nave intervenuta per poi riprendere la corsa verso Lampedusa”.

    Non ci sono i soldi per pagare chi si occupa del primo intervento? La politica dovrebbe guardare alle priorità. In Italia ogni anno paghiamo una fortuna per tenere in piedi strutture come i Centri di Identificazione ed Espulsione, veri e propri luoghi di detenzione nati per fare scontare una pena per un reato che esiste solo nel nostro Paese: il reato di clandestinità.

    E’ necessario, non solo per una questione di civiltà, rivedere quelle che sono le politiche sull’accoglienza e sull’immigrazione che sono in vigore nel nostro territorio. Anche per questo è fondamentale che il nostro Paese scelga il prima possibile un nuovo Governo.

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