• Che il 25 aprile sia un momento di unione attorno ai valori della Resistenza

    Se oggi l’Italia è una Repubblica democratica, lo dobbiamo agli uomini e alle donne che hanno combattuto per la libertà. Lo dobbiamo ai partigiani e alle partigiane. Mi vengono in mente nomi come Teresa Noce, Ada Gobetti, che, dopo essere entrate a far parte delle Brigate Internazionali, hanno anche partecipato alla Costituente. Erano tempi più duri e difficili di questi e malgrado tutto, o forse proprio perché spinte dalla necessità, queste persone hanno trovato il modo per lavorare e combattere insieme.

    Oggi, invece, quella parte della politica italiana che si ispira ai valori della Resistenza è frammentata. Siamo divisi e perciò deboli. Vorrei ricordare che ‘Nessuno si salva da solo’. Questo è il titolo di un libro scritto da Margaret Mazzantini, ma è anche un buon monito da tenere a mente nella ricerca di una sintesi. Dobbiamo fare uno sforzo e avvicinarci nonostante le reciproche diversità. Questo è fondamentale per poter rappresentare gli interessi delle fasce più deboli di popolazione, dei lavoratori precari, dei ragazzi nati in Italia da genitori stranieri che non hanno visto riconosciuto il loro diritto al voto, alla cittadinanza.

    Disuniti non siamo più in grado di esercitare alcuna egemonia culturale. Spesso ci siamo ritrovati a inseguire politiche di destra, lontane dai valori della Resistenza nella vana speranza di racimolare consenso. Questo non ha pagato. Col senno di poi mi chiedo se non valga la pena di rimetterci attorno a un tavolo per riallacciare i nodi, per gettare insieme delle nuove basi. Non dobbiamo competere, dobbiamo collaborare. Dobbiamo discutere dei grandi temi, riscrivere una piattaforma comune. Ci sono disuguaglianze crescenti. Una parte della politica italiana deve ritornare a svolgere la sua funzione storica, quella di rappresentare le classi oppresse e di porsi come argine allo strapotere degli oppressori.

    Non consentiamo che il 25 aprile sia solo una ricorrenza storica. Facciamo in modo che diventi occasione di incontro tra forze politiche che hanno in comune valori come libertà e uguaglianza. Che liberazione sia dalle forme più bieche di sfruttamento, dalle ingiustizie, da ogni forma di razzismo, dalle guerre tra poveri che vanno sostituire con le guerre tra chi sfrutta e chi è sfruttato.

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