• Restiamo Umani, quando le ragioni del cuore sono le più importanti

    “Stay Human”. In questi giorni spesso mi è tornato in mente l’adagio con il quale Vittorio Arrigoni terminava ogni suo articolo: “Restiamo Umani“. Nel 2011 quando l’attivista e giornalista italiano venne ucciso a Gaza quelle parole avevano un peso specifico importante, ma oggi alla luce di tutto quel che stiamo vedendo e ascoltando hanno una consistenza ancora maggiore.

    Restare umani significa prima di tutto aiutare il prossimo, cercare soluzioni e mettersi in gioco in prima persona. Ben venga dunque la gara di solidarietà degli abitanti del primo paesino austriaco dopo il confine ungherese che offrono cibo e vestiti ai migranti; ben vengano gli applausi dei tedeschi all’arrivo dei profughi siriani a Monaco di Baviera; ben vengano anche i messaggi di solidarietà condivisi sui social network.

    Restare umani significa anche comprendere che ci sono momenti e momenti. Attimi in cui è necessario agire e attimi in cui è necessario analizzare i fatti per comprendere cosa è accaduto e fare in modo che non accada mai più. È per questo che non temo di dire che quelli che stanno nascendo attorno al tema dell’accoglienza sono dibattiti stucchevoli e utili solo al personal branding di qualcuno.

    È inutile in questo momento discutere in merito alla “falsa coscienza buonista, che mostra solo gli effetti e mai le cause, mostra solo le tragedie senza mai investigare sulle ragioni” come dice in un’intervista un filosofo di moda tra leghisti e grillini. Gli effetti della guerra in Siria in questo momento sono più importanti delle cause che li hanno scatenati. Come è fuorviante e strumentale parlare di “elogio dell’immigrazione” perché non può esistere esaltazione di un fenomeno scatenato dall’orrore. Infine siamo tutti consapevoli dello sfruttamento che subiscono gli immigrati, io ad esempio ho denunciato sin dall’inizio del mio mandato la piaga del caporalato nel contesto agricolo, ma nessuno si permetta di tracciare la falsa equazione “Accoglienza = Sfruttamento“.

    Così come è umanamente insostenibile davanti alla tragedia dei profughi siriani la “ragione dei puntini sulle i” come quella di Beppe Grillo che sul suo blog appoggia la scelta del governo ungherese di non accogliere migranti pubblicando i dieci successi che avrebbero fatto alzare la testa all’economia di quel paese. Semplice propaganda e campagna elettorale.

    Restare umani significa anche comprendere che questo è il momento di smettere di cercare voti fomentando l’odio razziale e la guerra tra poveri. Questo è il momento di dire la verità, ovvero che chi sta arrivando ha perso tutto e non è arrivato facendosi un viaggio su una nave di lusso. Ciò non vuol dire che da adesso in avanti “non sarà più possibile mettere in discussione il concetto di accoglienza senza riserve”, vuol dire solamente che non è questo il momento per farlo. Quando crolla un palazzo prima si cerca tra le macerie e poi si capisce perché è crollato.

    Restiamo umani.

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