• Pubblicate le Nomine regionali 2013: indispensabile intervenire a tutela delle donne nei cda. Discutere al più presto il nostro pdl

    Nel corso del 2013 la Regione ha proceduto con determinazioni proprie, a nominare e designare in enti ed istituzioni varie, circa 400 persone. Analizzando le componenti di genere emergono dati interessanti: il 78,5% (314)di queste nomine vede protagonisti gli uomini e solo il 21,5% (86)le donne.

    In questa percentuale rientrano anche le componenti degli organismi di controllo  della Regione sulle tematiche delle pari opportunità  per un totale di 20 donne.

    Questo dato riconduce ad un numero complessivo di sole 45donne (14,3%) nominate nei Consigli di Amministrazione/ Direttivi a fronte di 270 uomini (85,7%).

    Emergono inoltre altri dati interessanti sui compensi erogati: la maggioranza delle donne nominate (22 su 86) percepisce compensi di modestissima entità (inferiori ai 10 euro) per la partecipazione alle sedute di comitati/cda/direttivi mentre in 21 casi su 86 la partecipazione avviene a titolo gratuito.  In 17 casi su 86 gli emolumenti non superano i 70 euro a seduta.

    In generale si può affermare che gli incarichi di prestigio nei C.d.a. e le posizioni apicali sono quasi esclusivamente appannaggio degli uomini che accedono con maggiore facilità alle funzioni economicamente più influenti e meglio pagate.

    Nel corso del 2013 nessuna donna è stata nominata dalla Regione nelle Fondazioni Bancarie Piemontesi con bandi aperti, in un quadro di insieme che le vede.

    Occorre dare piena applicazione alla legge 120 de 12 luglio 2011 che obbliga ad una maggiore rappresentazione di donne nei Consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa e delle società pubbliche (almeno il 20% di donne per il primo mandato dall’ applicazione della legge e almeno il 33% dal secondo rinnovo di cda in poi)

    L’Europa ha molto da insegnare sul tema delle leggi a favore della leadership femminile: in Norvegia una legge del 2006 prevede l’obbligo del 40% nei c.d.a.. Anche la Francia e il Belgio, rispettivamente nel 1999 e nel 2002, hanno adottato misure a tutela della presenza delle donne nei consigli di amministrazione.

    In questa direzione si inserisce la nostra proposta di legge numero 71,  presentata nel settembre 2010 sottoscritta in maniera bipartisan da altri colleghi consiglieri, che prevede il rispetto di una quota del 40 per cento di presenze di donne nelle nomine effettuate da Giunta e Consiglio.

     

Commenti chiusi