• Presentati 100 emendamenti alla Spending Review in salsa piemontese

    I nostri emendamenti alla Spending Review piemontese sono tesi a contrastare un eccesso di zelo per il quale a farne le spese sono ancora una volta, guarda caso, gli anelli più deboli come i lavoratori o i cittadini attraverso la minor offerta di servizi.
    Pertanto rispetto agli incentivi e ai contributi concessi dalla Regione a imprese chiediamo che oltre ad impegnarsi nella non delocalizzazione, come già ottenuto da un nostro precedente emendamento accolto in commissione, quelle imprese beneficiarie di contributi si facciano carico di un piano di stabilizzazione e di incremento del numero di occupati.
    Sui lavoratori della Regione ci rifiutiamo di dichiarare superfluo qualsiasi unità che prescinda da un’analisi precisa delle funzioni svolte e delle competenze, perché il criterio introdotto di mobilità nella pubblica amministrazione non si può tradurre nell’oblio di un patrimonio di competenze maturate negli anni o a discapito di una reale efficienza nell’offerta dei servizi. Ogni azione relativa al personale, per quanto si stia trattando di un provvedimento teso alla riduzione della spesa, non può prescindere da una contrattazione con le parti sociali, aspetto che nelle intenzioni della Giunta sembra assolutamente assente.
    A questo riguardo consideriamo particolarmente pericolosi gli emendamenti proposti da Progettazione, unici esempi sui quali purtroppo la maggioranza potrebbe convergere.
    Richiamiamo per quanto riguarda i precari quanto previsto dalla legge finanziaria che avvia processi di stabilizzazione.
    Per quanto attiene la trasparenza vediamo alcuni passi avanti che sarebbero già stati raggiunti se solo il Consiglio regionale avesse preso in considerazione la nostra legge dell’Anagrafe degli eletti, due anni e mezzo fa.
    Provvedimenti di riduzione della spesa e un’ideologia di dismissione del pubblico non possono essere l’alibi per il progressivo smantellamento di partecipazioni regionali, senza un vero piano industriale. A questa tendenza proproniamo piani organici, capaci di rilanciare, implentare ed efficentare l’attività degli enti e delle partecipazioni regionali, specie in quegli ambiti in cui l’attività pubblica risulta irrinunciabile.
    Pensiamo che non basti dare una stretta al parco auto dell’ente Regione se questo non è accompagnato da una seria politica di incentivi e sviluppo del servizio di trasporto pubblico. A tal fine non vorremmo che inseguendo la riduzione della spesa vengano interrotti o ridotti le seppur timide incentivi in essere.

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