• DDWay, dopo la nostra sollecitazione l’assessora Porchietto ha chiesto un tavolo ministeriale urgente

    Citano Bertold Brecht i lavoratori della DDWay: “Prima di tutto vennero a prendere gli zingari, poi gli ebrei, poi gli omosessuali e i comunisti, io non dissi niente. Un giorno vennero a prendere me, e non era rimasto nessuno a protestare“.

    Oggi sono scesi in piazza i lavoratori di tutta Italia della DDWay: in 294 rischiano il posto di lavoro. Venerdì 10 maggio presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è stata aperta ufficialmente la procedura di Mobilità per 294 dipendenti dell’azienda: 119 sulla Sede di Torino; 112 sulla Sede di Roma; 37 sulla Sede di Assago; 17 sulla Sede di Padova; 8 sulla Sede di Genova; 1 sulla Sede di Ravenna.

    Erano tantissimi i lavoratori che si sono riuniti in presidio questa mattina davanti ai cancelli della sede torinese della società. “Non siamo una zavorra” è il messaggio che hanno lanciato ai vertici dell’azienda. La DDWay nasce il primo dicembre del 2012 in seguito all’acquisizione di CSC Italia da parte di DEDAGroup. Per oltre dieci anni CSC ha operato nel nostro Paese con ottimi risultati, poi la crisi aziendale e la nuova società. Dopo solo sei mesi la decisione di annunciare 294 esuberi strutturali. Tutto questo in assenza di un piano industriale e con una dirigenza che, denunciano i sindacati, non si è dimostrata in grado di svolgere nel modo migliore il proprio ruolo.

    I tagli al personale sono l’unica strategia per risanare l’azienda? Assolutamente no. Un’azienda che guarda al futuro non liocenzia, ma investe in risorse umane, strategia, sviluppo, ricerca, innovazione, marketing. Torino non si può permettere un’ulteriore emorragia lavorativa.

    SEL ha presentato sulla vicenda un’interrogazione urgente all’assessora al Lavoro della Regione Piemonte Claudia Porchietto che, è notizia di oggi, ha chiesto dopo la nostra sollecitazione un tavolo ministeriale. Allo stesso modo ci siamo mossi in Parlamento dove Fabio Lavagno, deputato di Sinistra Ecologia Libertà, ha presentato un’interrogazione al ministero del Lavoro.

    La crisi non la devono pagare i lavoratori.

    LE FOTO DEL PRESIDIO

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