• Dopo la sentenza della Corte Europea si rompa l’indugio e si legiferi sulle coppie omosessuali

    È una sentenza storica quella della Corte europea dei diritti dell’uomo: ieri è stato infatti accolto il ricorso di tre coppie omosessuali italiane che chiedevano di veder riconosciuta dallo Stato la propria relazione. Una volta confermato il pronunciamento tutti e 47 i paesi che fanno parte del Consiglio d’Europa dovranno approvare una legge per legalizzare le unioni omosessuali.
    Quello che è stato rifilato al nostro Paese è un bello schiaffo perché la Corte europea dei diritti dell’uomo non le ha certo mandate a dire. Secondo l’istituzione “la protezione legale attualmente vigente in Italia per le coppie dello stesso sesso non solo non garantisce i bisogni fondamentali di una relazione stabile, ma non è neanche sufficientemente affidabile”; e poi i magistrati di Strasburgo fanno notare che l’Italia è l’unica democrazia occidentale a non riconoscere le unioni omosessuali.

    E adesso cosa succederà? Nonostante il fatto che i magistrati abbiano accertato che il nostro Paese abbia violato l’articolo 8 della convenzione europea per i diritti umani e che già nel 2010 la Corte Costituzionale abbia indicato l’esigenza di riconoscere e proteggere le relazioni omosessuali, l’Italia purtroppo non sarà neppure questa volta vincolata a legiferare perché male che vada si troverà a dover pagare una piccola multa per ogni coppia che deciderà di ricorrere contro la mancanza legislativa italiana.

    Il mio auspicio è che il Parlamento legiferi entro la fine dell’anno in modo da porre rimedio a questa situazione e allo stesso tempo mi impegnerò per fare in modo che il Consiglio regionale del Piemonte approvi il prima possibile il disegno di legge regionale contro ogni forma di discriminazione che ho presentato. A riguardo oggi ho chiesto che fosse inserito nella programmazione dei lavori de consiglio dalla riunione dei capigruppo. (PER LEGGERE IL TESTO DEL DISEGNO DI LEGGE CLICCA QUI)

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