• Donne e Consiglio regionale: ci ha risposto Cattaneo. Per noi le pari opportunità non sono un’opinione

    Uomini che discriminano le donne: tra Ufficio di Presidenza e grandi elettori sono stati nominati nove uomini e nessuna donna. I numeri ci dicono che la nostra battaglia a favore delle pari opportunità all’interno della Regione Piemonte è legittima.

    A fare traboccare la goccia dal vaso è stata la nomina dei rappresentanti piemontesi per l’elezione del Presidente della Repubblica: nessuna donna e, probabilmente il dato politico più preoccupante, nessuna apertura alla discussione da parte dei maggiori partiti presenti in Consiglio regionale. Come annunciato abbiamo sollevato la questione nelle sedi istituzionali opportune: abbiamo scritto al Presidente del Consiglio, Valerio Cattaneo, che oggi ci ha risposto.

    Il nodo del contendere è l’articolo 13 dello Statuto regionale che recita: “La legge assicura uguali condizioni di accesso tra donne e uomini alle cariche elettive nonché negli enti, negli organi e in tutti gli incarichi di nomina del Consiglio e della Giunta regionale”. A noi sembra abbastanza chiaro il significato, ma evidentemente non lo è per il consiglio regionale.

    Nella risposta che il presidente Cattaneo ci ha inviato ci dice che ha “incaricato gli uffici competenti di approfondire la materia”. Noi crediamo che non ci sia molto da approfondire se non i motivi che hanno indotto questo Consiglio regionale a non ritenere vincolante, come dovrebbe essere, l’articolo 13 del nostro Statuto. Secondo quella che è un’interpretazione al maschile, l’articolo in questione non sarebbe vincolante e soprattutto la garanzia delle pari opportunità andrebbe vista all’interno di una valutazione complessiva delle nomine all’interno dell’ente.

    No! L’articolo deve essere applicato in ogni atto di designazione del Consiglio regionale. La visione della presidenza farebbe perdere peso ed efficacia all’articolo 13 dello Statuto: non sfugge a nessuno il fatto che le nomine abbiano pesi differenti. E’ questa visione che ha portato alla nomina di soli uomini in cariche di importanza rilevante per la Regione: nove uomini tra Ufficio di Presidenza e grandi elettori.

    Le pari opportunità non devono essere un’opinione, ma una buona pratica comune alla nuova politica.

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