• Sulla discarica di Sezzadio la Regione ha deciso di non decidere: non vorremmo che fosse uno stratagemma per superare la campagna elettorale

    Prima di tutto il bene dei cittadini e quello dell’ambiente: devono essere queste le priorità di chi si assume la responsabilità di amministrare il territorio. La Regione Piemonte in merito alla vicenda della discarica privata per rifiuti cosiddetti “non pericolosi” che dovrebbe sorgere nel Comune di Sezzadio prende tempo, la Provincia chiede approfondimenti e decide di non decidere: non vorremmo che dietro a tutto questo ci fossero meri calcoli elettorali.
    Dicono “prima di tutto nell’interesse del nord”, ma nei fatti forse intendono “prima di tutto nell’interesse di qualche piemontese”. Quella della discarica di Sezzadio è una vicenda contorta nelle partiche decisionali, ma limpida nelle problematiche che creerebbe ai cittadini. Si tratta di un duplice progetto di discarica che potrebbe ospitare 1.700.000 metri cubi di materiale: un primo sito dovrebbe essere destinato allo stoccaggio di rifiuti inerti provenienti dallo sbancamento derivante dai cantieri del “Terzo Valico”, mentre un secondo dovrebbe essere utilizzato per stoccarvi rifiuti cosiddetti “non pericolosi” tra cui anche le terre provenienti da bonifiche di siti contaminati che potrebbero contenere arsenico, cromo, altri componenti potenzialmente tossici.
    L’area sulla quale vorrebbero realizzare la discarica ha un’estensione di oltre 20 ettari ed è sita al di sopra di una importante falda acquifera. Tale area è stata riconosciuta dal Piano di Tutela delle Acque della Regione Piemonte (PTA) tra quelle classificate come “di ricarica delle falde utilizzate per il consumo umano” aventi una valenza strategica anche per le future generazioni. Inoltre l’eventuale realizzazione della discarica è in evidente contrasto con il Piano di Tutela delle Acque che prevede che “Nel rilascio del provvedimento di autorizzazione, concessione, nulla osta, permesso od altro atto di consenso comunque denominato, le autorità competenti dispongono affinchè non siano realizzate opere, interventi attività in contrasto con le finalità del presente piano che possano compromettere il raggiungimento degli obiettivi dallo stesso fissati”. Infine a valle dell’area in questione sono presenti due pozzi dell’acquedotto di Sezzadio e tre pozzi AMAG utilizzati dall’Acquedotto vai Badone, dalla città di Acqui Terme, non in ultimo dal Comune di Rivalta Bormida.
    Nella Valutazione di impatto ambientale della Regione Piemonte vi è scritto: “il sito prescelto non risulta idoneo, per ubicazione e caratteristiche, ad ospitare un impianto di discarica dal momento che l’intevento interessa un sistema idrico sotterraneo vulnerabile e vulnerato”. Quindi? Perché adesso si prende tempo?
    A novembre del 2012 abbiamo presentato un’interrogazione in Regione Piemonte rispetto alla norma che metta in sicurezza i siti idrici strategici vietando ogni attività che possa produrre percolati pericolosi su aree sovrastanti importanti riserve idriche. Non abbiamo ancora ricevuto risposta, nonostante le nostre sollecitazioni.
    Gli imprenditori che potrebbero speculare su questo progetto non sono più importanti dei cittadini: non è accettabile che si metta in discussione la salute della popolazione e la tutela dell’ambiente. Cota si prenda un impegno: dica no alla discarica di Sezzadio.

Commenti chiusi