• La rivoluzione dei Diritti ha conquistato Alba

    Sabato pomeriggio essere ad Alba in occasione del primo Piemonte Pride per me è stato un vero e proprio onore. Quella che stiamo vivendo in questi anni è una vera rivoluzione dei diritti che deve espandersi con tutto il suo colore, dinamismo e potenza in tutto il territorio regionale. Sarebbe bello se l’anno prossimo il Pride non solo raddoppiasse, ma quadruplicasse.

    Al bando la timidezza, dobbiamo osare e rischiare senza avere paura di portare la manifestazione in quei luoghi che sulla carta potrebbero risultare ostili. Dobbiamo provare a porre in secondo piano i timori. Alba sabato ha risposto con entusiasmo e curiosità, in modo positivo. Gli albesi hanno guardato al Pride con apertura dimostrando ancora una volta come la società sia sempre culturalmente più avanti rispetto al dibattito.

    La Regione Piemonte su questi temi si sta dimostrando all’avanguardia e a testimoniarlo ci sono i fatti, in primis la legge regionale numero 5 del 2016 contro ogni forma di discriminazione. Un testo di legge regionale che è il più avanzato d’Italia. Le differenze non devono essere oggetto di discriminazione, ma devono essere un valore. Il lavoro da fare sul fronte dei diritti è ancora molto e a testimoniarlo ci sono le politiche strumentali alle quali siamo costretti ad assistere ogni giorno. L’ultima è lo stop in Senato alla legge a sostegno degli orfani di femminicidio, bloccata dai senatori di Forza Italia perché potrebbe aprirsi anche ai figli delle unioni civili. Uno scandalo.

    Il segno che nonostante i passi che compiamo in avanti c’è sempre qualcuno che prova a riportarci indietro. Le istituzioni devono essere laiche, la laicità è un principio che la politica deve sempre applicare. Come Alba è stata accogliente, noi dobbiamo essere accoglienti verso tutte le differenze.

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