• Emittenza locale: subito un tavolo di emergenza in Regione, ma al più presto dotiamo il settore di regole regionali vincolanti per gli editori

    Telesubalpina ferma le sue produzioni locali e i sindacati mettono sul piatto, per l’ennesima volta, le criticità che stanno rendendo drammatica la situazione dell’emittenza locale piemontese. Attualmente nella nostra Regione le televisioni private si dividono in due categorie: quelle che stanno usufruendo della cassa integrazione e quelle che sono in enorme difficoltà a pagare gli stipendi e che, se nulla cambierà, si ritroveranno a dover richiedere gli ammortizzatori sociali. E’ una situazione inaccettabile sotto diversi punti di vista: in gioco ci sono 950 posti di lavoro circa; una crisi del genere coinvolge anche i fornitori delle stesse imprese editoriali; i cittadini rischiano di essere privati di uno strumento fondamentale utile a conoscere la realtà nella quale vivono.

    I sindacati (Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil e Associazione Stampa Subalpina) per l’ennesima volta hanno ricordato che la genesi del problema è da identificare nel passaggio al Digitale Terrestre, un’innovazione più politica che tecnica. Il crollo degli ascolti e degli inserzionisti è una conseguenza di una scelta affrettata e, per qualcuno, opportunistica.

    La soluzione del problema non è semplice, probabilmente sarà necessario lavorare per livelli: un primo intervento volto a dare ossigeno alle imprese editoriali assegnando loro le risorse che spettano, anche di provenienza regionale; immediatamente si deve però anche immaginare una ristrutturazione del sistema radio-televisivo piemontese.

    E’ necessario attivare subito un tavolo di emergenza presso l’assessorato del lavoro in Regione, i numeri lo impongono: 200 posti di lavoro persi negli ultimi due anni; 950 a rischio; secondo i sindacati il 72% degli operatori del settore è in sofferenza di cui il 40% sarebbe a casa, il 30% opera in regime di cassa rientrata e il 30% fatica ad incassare gli stipendi. Questi numeri non tengono conto dei collaboratori, delle Partite IVA e dei Tempi Determinati.

    Se per salvaguardare i livelli occupazionali fosse necessario pensare a processi di aggregazione di più realtà televisive private, questo non sarebbe un dramma. E’ sempre più pressante l’esigenza di porre paletti agli editori per l’accesso alle risorse pubbliche: un numero minimo di giornalisti presenti all’interno delle redazioni, assunti con contratti rigorosamente di settore, e un numero adeguato di operatori tecnici al loro fianco per realizzare produzioni di qualità; un numero minimo di ore di informazione quotidiana all’interno del palinsesto; un vincolo a produrre informazione locale. E’ inimmaginabile che emittenti piemontesi, vedi Telesubalpina, da oggi abbiano in palinsesto l’informazione di altre regioni e non quella piemontese, tutto ciò è frutto di un aggiramento delle regole.

    Ribadiamo: l’emittenza locale è un valore aggiunto che deve essere tutelato; subito si deve attivare un tavolo di emergenza in Regione; si devono studiare e presentare atti formali che mirino a salvaguardare i lavoratori rendendo strutturato un settore che in questo momento ha ben pochi paletti. Noi lavoreremo in questo senso.

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