• Voto contrario alla legge urbanistica. Il pericolo è che diventi uno strumento per aumentare la capacità edificatoria

    La discussione sulla legge regionale sull’urbanistica è stata lunga. Noi avremmo preferito prima attendere una legge nazionale di orientamento per il Governo del territorio, anche se consapevoli che i suoi tempi sono difficilmente prevedibili. Consideriamo di difficile lettura e di difficile applicazione aver scelto di modificare la legge regionale 56 del 1977, la cosiddetta Astengo, anzichè proporre un nuovo disegno di legge.

    L’obiettivo della Giunta era quello di razionalizzare e snellire i procedimenti di approvazione degli strumenti urbanistici. In questo senso, attraverso gli emendamenti dell’opposizione, siamo riusciti a scongiurare un pericolo, che era quello di espropriare totalmente i Consigli Comunali dalla possibilità di intervenire.

    Rimaniamo comunque preoccupati che si possa fare un ricorso eccessivo alla conferenza di copianificazione e agli accordi di programma, restringendo di fatto la partecipazione.

    Siamo dubbiosi sull’introduzione della perequazione urbanistica perché introduce il concetto di diritti edificatori, mentre finora si è parlato di capacità edificatorie attribuite al Piano regolatore.

    Temiamo infatti che le occasioni dettate dal mercato possano diventare una ghiotta opportunità per i comuni in difficoltà economiche, magari venendo meno alla programmazione territoriale.

    Sull’utilizzo delle varianti parziali, si è praticata la riduzione del danno, ma anche qui temiamo l’aumento eccessivo della capacità edificatorie, in evidente contraddizione con il principio di stop al consumo del suolo.

    Queste sono le motivazioni principali che ci hanno spinto al voto negativo sul disegno di legge.

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