• Lavoratori stagionali stranieri: necessario trovare soluzioni abitative dignitose

    Sono più di quattrocento i lavoratori stranieri presenti al Campo solidale del Foro Boario di Saluzzo. In origine il presidio, gestito grazie al duro lavoro dei volontari della Caritas, era stato pensato per accogliere non più di duecento lavoratori migranti, ma con il passare del tempo questi invece di diminuire sono quasi raddoppiati.

    Alcuni di questi migranti ogni giorno percorrono più di tre ore di viaggio in bicicletta per raggiungere i posti di lavoro nei quali saranno impegnati a raccogliere la frutta per le aziende agricole che li assumono come stagionali. Da Saluzzo si spostano a Bra, Barge, Moretta, Busca oppure Cavour. Sono tutti uomini e arrivano da ben ventidue nazioni dell’Africa.

    Il campo che li ospita è composto da trentatré tende, ha una cucina e una zona dedicata alla preghiera. Ieri ho voluto visitare il presidio per dimostrare la vicinanza della Regione a tutti coloro che si stanno impegnando nella gestione di questa situazione: il sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni, il consigliere regionale Paolo Allemano; Don Beppe Dalmasso, direttore della Caritas di Saluzzo; Vanessa Marotta di LVIA che ha contribuito all’organizzazione dell’incontro; Carlo Rubiolo responsabile del progetto Presidio locale; Cetta Berardo, Virginia Sabbatini e Alessandro Armando, volontari che quotidianamente operano nel campo.

    Il campo è sorto per ospitare tutti i lavoratori stagionali stranieri che vengono occupati nelle aziende agricole del cuneese e ai quali non viene offerta alcuna soluzione abitativa. Pensiamo che una situazione del genere non possa passare sotto silenzio per via delle condizioni di vita poco dignitose che sono costretti ad affrontare i migranti nonostante il sostegno della Caritas.

    La maggior parte delle aziende agricole fornisce vitto e alloggio ai lavoratori, questi quattrocento stagionali fanno parte di quel nucleo di persone che non hanno avuto questa possibilità perché non è stata offerta loro alcuna soluzione abitativa, sarebbe necessaria una presa di responsabilità delle aziende agricole. La Regione potrebbe prevedere meccanismi premiali per quelle realtà imprenditoriali volenterose nel collaborare a risolvere il problema.

    Comprendere l’effettivo fabbisogno di forza lavoro nelle campagne potrebbe essere un modo per superare questa problematica.

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