• La comunità internazionale intervenga a favore della pace in Medio Oriente

    Numeri drammatici che raccontano una verità che guarda oltre le posizioni politiche e i canali diplomatici. Secondo l’agenzia di stampa ANSA sarebbero circa 170 i morti palestinesi e più di 1.100 sarebbero i feriti dopo sei giorni di bombardamenti da parte dell’esercito israeliano; diciassettemila palestinesi si sarebbero rifugiati nei centri di accoglienza dell’ONU; i razzi caduti in Palestina sarebbero al momento 700 in una sola settimana.

    A nulla sono serviti gli appelli lanciati in questi giorni da importanti esponenti politici della comunità internazionale e del Papa stesso. Oggi l’UNICEF ha definito terrificanti le violenze sui bambini e sottolineando come stiano “pagando il prezzo della violenza”. I bimbi che avrebbero perso la vita a Gaza durante questo conflitto sarebbero già 33 e centinaia di altri sarebbero rimasti feriti.

    Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che Israele continuerà “ad operare con forza in modo da riportare la quiete”. Noi siamo convinti che non ci si possa abituare all’indifferenza e che la comunità internazionale debba intervenire per sancire il principio che la legittima difesa non può trasformarsi arbitrariamente in abuso nei confronti di civili, donne, bambini, anziani e disabili.

    Ha ragione il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon, che ha denunciato per bocca di un portavoce i “troppi civili palestinesi uccisi” dai raid, parlando di situazione che si sta “aggravando”. Accogliamo con favore l’intervento dell’Unione Europea che ha esortato alla moderazione condannando l’uso della forza e annunciando l’inserimento della questione all’ordine del giorno del summit UE di mercoledì. L’escalation di violenza deve cessare immediatamente e con urgenza è necessario tornare all’accordo di cessate il fuoco del 2012.

    Foto Corriere.it

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