• Decreto sicurezza, in Piemonte 22 milioni di euro di costi maggiori per il welfare comunale. A rischio 350 posti di lavoro

    Stamattina abbiamo lanciato il nostro grido d’allarme ai parlamentari piemontesi che questa mattina si sono trovati in piazza Castello per l’incontro che ho convocato, in accordo con il presidente Sergio Chiamparino. Temiamo le possibili conseguenze del Decreto sicurezza approvato dal governo, ora in discussione in Commissione parlamentare. Hanno raccolto il nostro appello la vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, il deputato Andrea Giorgis, che hanno partecipato alla riunione insieme al presidente dell’Anci Piemonte, Alberto Avetta, e alla vicepresidente Elide Tisi. Ai parlamentari che non erano presenti sarà invece inviata una nota con i dati raccolti in Piemonte sull’impatto del Dl, in modo da chiedere il loro aiuto e modificarne il testo.

    Abbiamo voluto questo incontro, come ha affermato il presidente Chiamparino, perché abbiamo raccolto le preoccupazioni dei circa 60 comuni del nostro territorio, oggi coinvolti in progetti di accoglienza diffusa, i cosiddetti Sprar. E riteniamo importante chiedere il contributo di tutti per modificare un atto che potrebbe avere effetti assai negativi. Davanti allo smantellamento dell’attuale sistema di accoglienza, il rischio è che si possano perdere circa 350 posti di lavoro. Il Decreto ridimensionerà i progetti Sprar, gestiti dai Comuni, che oggi accolgono circa 1400 migranti, a favore dei Cas, i centri gestiti dalle prefetture che già oggi accolgono la maggioranza dei richiedenti asilo e rifugiati (10.400 persone circa).
    Il decreto rischia di costituire poi un aggravio per le casse comunali. L’Anci stima che a livello nazionale i costi potrebbero aggirarsi intorno ai 280 milioni di euro, di cui 22milioni solo in Piemonte. Soldi che le amministrazioni locali dovranno spendere per quei soggetti vulnerabili (malati psichici o con altre patologie) o famiglie con minori a carico, per offrire loro servizi sociali e sanitari. Il terzo grande problema è quello legato alla sicurezza. Il decreto mira a ridurre il rilascio di permessi di carattere umanitario. Questi d’ora in poi saranno concessi solo in rare eccezioni. Ciò vuol dire che un importante numero di richiedenti asilo presto diventerà irregolare. L’assessorato regionale all’Immigrazione ha stimato che solo in Piemonte saranno circa 5mila i nuovi invisibili. Questo potrebbe determinare un utilizzo di queste persone nel lavoro nero o peggio potrebbero essere reclutati dalle organizzazioni criminali con un aumento del rischio per la sicurezza dei cittadini.
    Numerose le relazioni inviateci dalle amministrazioni comunali. Ad esempio a Torre Pellice oggi vengono utilizzati 35 alloggi per ospitare i migranti e col decreto sicurezza questi saranno lasciati vuoti. In diversi piccoli Comuni rischiano di chiudere alcune scuole che non hanno abbastanza alunni e che restano aperte per via della presenza di piccoli migranti.

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