• Bistagno, dove cooperazione internazionale e accoglienza sono di casa

    “Quando ci incontravano, deviavano il loro percorso pur di non incrociarci. Ci guardavano di traverso. Mentre oggi non è più così, ci salutano, ci conoscono e non hanno più paura”. Con queste parole uno dei ragazzi della cooperativa CrescereInsieme ha raccontato la trasformazione della percezione che un intero territorio, quello tra Canelli e Bistagno,  solo qualche anno fa aveva dei migranti. Oggi, nella sede del mio assessorato in via Bertola a Torino, ho incontrato infatti il sindaco del comune di Ziniarè, Burkina Faso, la sindaca di Bistagno, Comune che ha dei progetti di cooperazione attivi in Africa e i componenti di alcune cooperative che lavorano con i rifugiati.

    Ciò che è stato interessante, è vedere come la cooperazione avvicini i popoli. Tanto che oggi il sindaco di Ziniarè, Pascal Campaore, è venuto in visita in Piemonte. Il Comune di Bistagno ospita anche un centro per richiedenti asilo che accoglie tredici persone. Diversi stranieri lavorano nelle cooperative ortofrutticole che non usano pesticidi. “Tutto è biologico e i prodotti vanno a ruba”, racconta la prima cittadina, Celeste Malerba.

    Sono convinta che queste esperienze stiano portando buoni frutti. Creare buone relazioni tra popoli, da che mondo è mondo, è sempre stato utile per migliorare gli scambi commerciali se si guarda sul lungo termine, per abbattere i muri d’odio contro l’Occidente che i terroristi cercano invece di rafforzare. Aiutare i migranti che sbarcano sulle nostre coste significa infine aiutare chi è rimasto nei paesi d’origine. Abbiamo dei casi di persone che in Italia hanno imparato un mestiere e poi sono andati ad aprire un’impresa nel paese d’origine. Le politiche di inclusione e di cooperazione dovrebbero sempre di più viaggiare insieme.

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