• Dici “gender” e pensano ideologia: la buona informazione contrasti la cattiva propaganda

    Ha ragione Michela Marzano, ormai ha preso il sopravvento la disinformazione. È vero che il significato comune che viene attribuito al termine “gender” è l’etichetta che è stata ricamata da chi vuole ostacolare la progressione dei diritti. La cattiva propaganda deve essere combattuta con la buona informazione.

    Oggi Michela Marzano sul quotidiano La Repubblica partendo da una dichiarazione di Papa Francesco mette in evidenza come c”è chi lavora affinché nell’immaginario collettivo il “gender” sia collegato a un’ideologia pericolosa. In realtà, l’educazione all’affettività, al rispetto fra i sessi, al superamento degli stereotipi non vuole influenzare forzatamente la sessualità dei nostri ragazzi o delle nostre ragazze, ma semplicemente non avere paura di essere se stessi.

    L’obiettivo che si pongono le Istituzioni è quello far comprendere alle nuove generazioni che la diversità esiste, è un valore e non deve essere fonte di discriminazione. Come dice correttamente Michela Marzano “uno degli scopi della scuola è anche quello di costruire i presupposti di un vivere insieme accettando reciprocamente gli altri indipendentemente dalle proprie differenze“.

    È quello che in Piemonte stiamo facendo attraverso il progetto Move Up, che ha l’obiettivo di sostenere nell’educazione di figli e figlie il rispetto della diversità, la prevenzione della violenza e l’uso consapevole delle nuove tecnologie, e attraverso le leggi regionali approvate nel 2016 contro la violenza di genere e contro ogni forma di discriminazione che prevedono percorsi di sensibilizzazione e prevenzione all’interno delle scuole e degli ambiti professionali.

    Si tratta di azioni che stanno portando a risultati e che devono essere potenziate per abbattere le barriere che dividono gli individui, unici nella loro diversità.

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