• L’operazione su Palermo non c’entra con l’aumento della tariffa dell’acqua, ma è tutta da ripensare

    Le risposte del vicesindaco Dealessandri e dell’assessore Tricarico all’interpellanza sull’aumento della tariffa dell’acqua hanno escluso un suo collegamento con l’avventura palermitana di Smat.
    La scelta dell’ATO di aumentare la tariffa non chiarisce però come essa venga costruita nel dettaglio. In particolare, il maggiore introito dovrebbe essere destinato ad attuare il Piano d’Ambito, che per il Comune di Torino significa destinare maggiori risorse per la manutenzione ordinaria, far fronte agli aumenti degli oneri per lo smaltimeno dei fanghi, e recuperare efficienza. Nulla risulta sugli investimenti dell’acquedotto di valle.
    Rispetto all’operazione siciliana di Smat, si è ammesso che sia necessario riconsiderarla. Non è funzionato a Palermo il Piano d’Ambito e in questo momento è in corso un arbitrato richiesto da Acque Potabili Siciliane, di cui si attendono gli esiti. Affermare che a Palermo non è più mancata l’acqua può essere un risultato, ma a ciò corrisponde un disavanzo di 13 milioni di euro. A questo punto bisognerebbe comprendere quali siano gli ambiti effettivi di azione di Smat.
    Queste considerazioni generali ci hanno spinto a richiedere un approfondimento dell’interpellanza in commissione sia per audire l’ATO sia per comprendere meglio le future scelte di Smat sul fronte palermitano.

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