• Dopo la sentenza Eternit, una nuova vittoria contro lo smaltimento incontrollato di amianto: la discarica di Barengo non si farà

    Una discarica di 30.000 metri quadrati di superficie, in grado di contenere 160.000 metri cubi di amianto: sono questi i numeri del progetto che la Provincia di Novara avrebbe voluto fare realizzare nel comune di Barengo. Fortunatamente sono cambiati i programmi, a dircelo è stata l’assessora Giovanna Quaglia, rispondendo ad una interrogazione di Sinistra Ecologia Libertà. Una notizia di valore anche simbolico perché arriva all’indomani del pronunciamento in appello del processo Eternit: un’altra vittoria alla lotta contro lo smaltimento incontrollato di amianto.

    Sono tante le ragioni che ci fanno gioire. I motivi per non realizzare questo progetto sono tanti: il Piano regionale amianto del Piemonte non prevede l’istituzione di nuove discariche oltre alle tre già presenti; il Parlamento europeo in una sua risoluzione (votata il 14 marzo 2013) afferma che “il conferimento dei rifiuti di amianto in discarica non è il sistema più sicuro per eliminare definitivamente il rilascio di fibre di amianto nell’ambiente, in particolare nell’aria e nelle acque di falda”; lo smaltimento dell’amianto, secondo l’Unione europea, deve procedere attraverso tecniche di inertizzazione e non deve più conferire in discarica per i rischi ambientali e sanitari che il conferimento in discarica produce.

    Lo smaltimento dell’amianto merita un’attenzione particolare alla luce delle gravi conseguenze che le sue micropolveri potrebbero avere sulla salute dei cittadini. Qui in Piemonte lo sappiamo bene: le storie degli abitanti di Casale, dei lavoratori della Eternit e dei loro familiari devono essere un monito costante per noi.

    Se la discarica di amianto di Barengo fosse stata autorizzata, in provincia di Novara sarebbe raddoppiato in un solo colpo il quantitativo di rifiuti speciali smaltito in discarica ogni anno. Secondo gli ultimi dati disponibili il quantitativo di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) smaltiti in provincia di Novara è in costante crescita: dalle 66mila tonnellate del 2005 siamo arrivati alle 111mila nel 2010: +68%. Un fenomeno dovuto anche alla costante crescita di rifiuti di “importazione”, cioè provenienti fuori dai confini provinciali, che è il risultato della mancata attuazione della legge regionale sulla gestione dei rifiuti che risale all’ottobre del 2002.

    Inoltre quella discarica si sarebbe trovata vicino una falda acquifera che alimenta l’acquedotto di Novara, non a caso ASL e ARPA, nel corso di un incontro convocato dalla Provincia di Novara il 6 dicembre 2012, hanno espresso parere negativo al progetto.

    Quella di oggi è una vittoria dei cittadini che hanno costituito un comitato spontaneo ” No amianto a Barengo” che opera anche sui comuni limitrofi e ha anche raccolto le firme per una petizione. Si sono svolti consigli comunali aperti nei comuni interessati per informare i cittadini sul progetto e sulle sue criticità.

    Oggi ci viene detto dunque che la società appaltatrice ” ha ritirato l’istanza di espressione del giudizio di compatibilità ambientale sul progetto in oggetto” e che “il procedimento verrà pertanto concluso con l’archivazione dei relativi atti”. Una vittoria dei cittadini e della buona politica.

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