• Giornata Mondiale dell’Africa: ecco cosa fa il Piemonte

    Si celebrerà domani la Giornata Mondiale dell’Africa che cade nel giorno dell’anniversario della fondazione dell’Organizzazione dell’unità africana, fondata il 25 maggio del 1963 quando i leader di 30 Stati africani firmarono lo statuto ad Addis Abeba. A cinquantatré anni da quel giorno ancora molte sono le cose che l’Europa, l’Italia e il Piemonte possono e devono fare per quel continente.

    Come Regione Piemonte possiamo fare la nostra parte in due modi: favorendo le politiche di integrazione e accoglienza dei migranti e immaginando politiche di cooperazione con i territori africani. In parte lo stiamo già facendo.

    Sul fronte dell’Immigrazione abbiamo lavorato per migliorare a livello regionale, e non solo, il sistema dell’accoglienza, ma siamo andati oltre perché sul territorio piemontese non ci sono solo profughi o richiedenti asilo, ma anche, e soprattutto, migranti che hanno deciso di continuare il loro percorso di vita in Italia. Per loro e con loro abbiamo avviato un confronto partecipato con l’obiettivo di scrivere una nuova legge regionale sull’Immigrazione.

    La vera sfida però è quella di favorire il cambiamento in Africa utilizzando gli strumenti della cooperazione decentrata. In questa ottica i partenariati territoriali potrebbero essere lo strumento di crescita delle comunità locali dal basso, in diretta connessione fra i Paesi del sud e del nord del mondo.

    Uno degli esempi delle politiche regionali in questo ambito è il progetto “Piemonte&Burkina Faso – Partenariati territoriali per un futuro sostenibile” con il quale abbiamo voluto unire energie e risorse, insieme alle Fondazioni for Africa Burkina Faso, a sostegno del diritto al cibo e di una nuova cultura dello sviluppo sostenibile. Sono stati finanziati otto progetti che mirano a promuovere la sicurezza alimentare e sistemi territoriali di gestione agro-alimentare in diverse aree del Paese africano, uno dei più poveri al mondo secondo gli indici di sviluppo.

    Per l’Africa dobbiamo fare ancora tanto per esempio sul fronte medico o della scolarizzazione. È su questi fronti che dobbiamo impegnarci!

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