• Le risposte alle 10 domande sui treni a cui l’Assessora Bonino non risponderà

    Condividendo le preoccupazioni di Acu, Adiconsum, Adoc, Federconsumatori e Movimento consumatori in merito alla soppressione dei treni pendolari e convinti che l’Assessora Bonino non risponderà alle loro dieci domande, o se lo farà avverrà con largo ritardo e in modo incompleto, il Gruppo di Sinistra Ecologia Libertà con Vendola ha deciso di rispondere ai consumatori.

    1) Quasi 6.000 soppressioni in te mesi come si giustificano?
    Quello che sta succedendo al servizio pendolare piemontese lo avevamo largamente previsto in tempi non sospetti. Come spesso abbiamo messo in evidenza ci troviamo davanti ad un taglio spregiudicato del trasporto ferroviario con una conseguente ricaduta sui pendolari e sui lavoratori. Dietro quella che ci è stata annunciata come una razionalizzazione del sistema, si nasconde solamente una cesoia, un semplice taglio lineare che penalizzerà i cittadini

    2) Le 12 linee servite con i bus da giugno non costeranno si più visto l’aumento del carburante?
    Le 12 linee tagliate che sono state sostituite da un servizio su bus sono indubbiamente più costose. Ad incidere sarà il costo del carburante anche perché per sostituire una corsa ferroviaria non basterà un solo bus.

    3) Perché tagli ed esami delle frequentazioni non sono stati fatti alla firma del contratto nel 2011?
    A causa dell’arroganza di Trenitalia e della Regione Piemonte, in assenza di una seria pianificazione trasportistica (sia nazionale che regionale); l’Assessore Bonino ha posto in essere il taglio di 12 linee sull’intera rete piemontese in cambio della promessa di nuovo materiale rotabile, che se mantenuto verrà impiegato nella sola area torinese

    4) I bus non inquinano più dei treni?
    Si renderebbe conto di questo fattore che giustamente mettete in evidenza anche un bambino, ma non l’Assessora

    5) I bus non più pericolosi, soprattutto d’inverno con le strade ghiacciate?
    Il pericolo è evidente nella stagione invernale, ma è tangibile anche in tutte le altre stagioni per il semplice motivo che la strada non è una linea dedicata come può esserlo una tratta ferroviaria. Ci sono le automobili, le moto, camion, altri autobus, i ciclisti, e questo su una rete viaria già ampiamente congestionata o obsoleta sul piano della sicurezza

    6) Non allungano i tempi di viaggio?
    Il tragitto in bus allunga i tempi di percorrenza per i pendolari. Le strade sono, specialmente in orario di punta, intasate da altri veicoli e per sostituire un treno pendolare non basterà sicuramente un bus con la conseguenza che verrà creato ulteriore traffico.

    7) Come si concilia il taglio dei servizi con l’aumento delle tariffe fino al 18%?
    In questo caso la risposta è semplicissima: ci troviamo davanti ad un esempio di puro profitto ai danni del servizio pubblico. Si taglia il pubblico per favorire il privato che potrà crearsi degli spazi e speculare su un sistema sul quale apparentemente la Regione non può più competere.

    8) I bus sostitutivi si integrano con gli altri gestiti dalle province?
    A questa rispondiamo con un’altra domanda: sotto la scure della spending review le Province saranno ancora in grado di mantenere il benché minimo servizio di Trasporto Pubblico Locale?

    9) Cosa succederà a stazioni e binari dismessi?
    Verranno abbandonati e vi sarà un progressivo deterioramento della rete e delle aree interessate, la cui gestione in un medio periodo rappresenterà comunque un costo.

    10) Come verrà verificata la puntualità dei bus sostitutivi per calcolare il bonus-ritardi agli utenti?
    Dal canto nostro daremo voce a qualsiasi segnalazione in merito a ritardi o disservizi in modo da poter agevolare l’Assessora nelle operazioni di calcolo del doveroso bonus-ritardi. Bisogna tenere conto però che continui ritardi sarebbero inaccettabili perché andrebbero ad incidere sulla vita lavorativa dei pendolari creando loro gravi disagi.

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