• Non tutti i musulmani sono fondamentalisti: creiamo un fronte comune di politiche contro il fanatismo

    Questa sera alle 18 sarò in Piazza Castello davanti a Palazzo Madama per ricordare le vittime dell’attentato alla redazione del giornale Charlie Hebdo e per affermare che il problema non sono le religioni, qualunque esse siano, ma i fondamentalismi.

    A Parigi ieri sono state uccise 12 persone, tra cui 8 giornalisti, 2 agenti, un ospite e il portiere dello stabile dentro il quale si trovava la redazione del settimanale satirico francese. Un atto tanto barbaro come quello che è stato compiuto ieri non può offuscare il duro lavoro di inclusione e dialogo che le istituzioni politiche e religiose stanno facendo. Il Papa stesso ha aperto un dialogo con la cultura islamica entrando nella moschea a Istanbul. I cattolici di tutto il mondo non stanno chiedendo l’inizio di una nuova crociata, ma vogliono la pace.

    Numerose le reazioni politiche in Italia, tra queste quelle del leader della Lega Nord Matteo Salvini che ha contestato l’apertura del Papa al dialogo con l’Islam; ha parlato di occupazione militare e culturale dell’occidente da parte di una comunità prepotente e ben organizzata; ha chiesto di rivedere le decisioni sull’edificazione di moschee nel nostro Paese. Il pericolo che corriamo è quello di fomentare l’odio e di alimentare focolai di intolleranza nel cuore dell’Europa. È necessario far comprendere la differenza tra la cultura islamica e il fondamentalismo islamico. Tutti i fanatismi devono essere condannati. Il dialogo con la parte sana dell’islamismo, che è la stragrande maggioranza, è l’unica via per raggiungere la pace. In Piemonte, in Italia e nel mondo dobbiamo creare un fronte comune contro i fondamentalisti, solo così potremo battere il terrorismo.

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