• Congedo parentale nel mondo, in Italia e in Piemonte. Un bando in Regione per i neo-papà

    “Molti uomini vorrebbero passare più tempo con i loro figli, ripensare in modo diverso la loro presenza nella famiglia. Il problema si scontra con un mercato del lavoro estremamente competitivo, deregolamentato e poco organizzato per favorire i papà” – a sostenerlo sulle colonne del Corriere della Sera di ieri è Ivo Lizzola, docente di Pedagogia sociale all’Università di Bergamo che alla paternità ha dedicato un libro.

    Ampio spazio è stato dedicato sul quotidiano a un’interessante analisi pubblicata in prima battuta New York Times secondo la quale “fare il mammo, come si chiama da noi poco bonariamente il papà casalingo, potrebbe penalizzare la carriera dei maschi. Che si troverebbero ad affrontare gli stessi problemi che hanno in molte parti del mondo le donne, quando si assentano dal lavoro alla nascita di un figlio”.

    Quella che poi viene raccontata è la storia di Todd Bedrick, un contabile della Ernst & Young che si è preso una pausa dal lavoro per dedicarsi alla figlia. I benefici sono sicuramente arrivati alla famiglia di Bedrick: infatti sua moglie Sara guadagna di più e ha meno possibilità di entrare in depressione nei nove mesi dopo il parto. Il congedo parentale è un vero e proprio strumento che il papà può utilizzare per migliorare la condizione della propria famiglia.

    In Italia però secondo l’Istat solo il 7 % dei padri decide di prendere una pausa dal lavoro per stare con il proprio figlio o la propria figlia. L’Inps grosso modo fotografa lo stesso: l’88% dei congedi facoltativi è appannaggio delle donne. Tutto ciò sarebbe dovuto al timore del padre di perdere opportunità di carriera sul posto di lavoro.

    Secondo Paola Profeta, professoressa di Scienze delle finanza all’Università Bocconi, la strada da seguire è quella dei Paesi scandinavi: “In Svezia o in Norvegia si arriva fino a un mese di congedo obbligatorio retribuito per i maschi. Solo così è stato possibile ridurre lo sbilanciamento dei ruoli che in Italia assegna prevalentemente alle donne la cura dei bambini”.

    In Regione Piemonte da qualche anno abbiamo avviato un progetto a sostegno dei congedi parentali per i padri che si chiama “Insieme a Papà” con il quale nel periodo tra l’aprile 2011 e il marzo 2014 abbiamo erogato 162.850 euro di contributi per un totale di 170 richieste evase. Le risorse sono state messe a disposizione dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Fondo nazionale per le Pari Opportunità.

    Ma non finisce qui perché la Regione intende proseguire un percorso di sperimentazione iniziato con il bando “Insieme a Papà” con un nuovo bando che è “Insieme a Papà.. cresce”. Il nuovo Bando ripropone quindi l’intervento precedente con l’identico obiettivo di sostenere il mantenimento dell’occupazione femminile. Sono tante infatti le lavoratrici dipendenti che si licenziano nel primo anno di vita del figlio. Le famiglie che vedranno la propria domanda accolta riceveranno specifica forma di contributo economico pari ad € 400 mensili per i padri lavoratori dipendenti del settore privato che fruiscono del congedo parentale (astensione facoltativa dal lavoro) ai sensi del D.Lgs 151/2001 e s.m.i., in tutto o in parte al posto della madre lavoratrice dipendente, nel primo anno di vita del/la loro bambino/a o, per i genitori adottivi o affidatari, nel primo anno dall’ingresso del/della minore nella famiglia. Qualora il padre usufruisse di un periodo di congedo parentale superiore a 3 mesi consecutivi il contributo sarà di € 450,00 mensili per i mesi consecutivi oltre il terzo. Il padre beneficiario del contributo deve essere residente o domiciliato in Piemonte. L’intervento è realizzato in collaborazione con l’INPS, con il quale è stato sottoscritto un apposito Protocollo d’Intesa per il controllo dei dati e per la divulgazione dell’iniziativa.

    Il Bando è aperto dal 01/04/2014 al 30/06/2015, salvo precedente esaurimento delle risorse o proroga termini. Ad oggi sono state presentate 11 domande, delle quali 10 ammesse. Anche in questo caso le risorse sono messe a disposizione dal Dipartimento delle Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri nell’ambito del Fondo nazionale per le Pari Opportunità.

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