
Approvati in Giunta i nuovi criteri per le borse di studio: un occhio di riguardo anche per le studentesse con figli
Questa mattina in Giunta abbiamo approvato i nuovi criteri per le borse di studio universitarie per l’anno accademico 2016/17. Sono soddisfatta che tra le tante novità positive ci sia anche un provvedimento che va incontro alle esigenze delle donne che affrontano una gravidanza durante il percorso di studi.
Abbiamo infatti prolungato da 3 a 5 mesi il differimento del termine ultimo previsto per il conseguimento dei livelli minimi di merito. Nel caso della nascita di un figlio il termine ultimo (che per gli altri studenti è il 30 novembre 2017) viene differito di 5 mesi. Inoltre è stata posticipata la data entro la quale la studentessa deve presentare la domanda. La studentessa che intende richiedere la proroga deve infatti presentare all’EDISU regolare domanda, allegando la documentazione comprovante tale condizione, entro il 15 dicembre 2017.
Sono piccoli passi ma significativi e soprattutto nella direzione giusta. Sappiamo che la strada da fare verso la parità è ancora lunga come ci confermano i dati diffusi da AlmaLaurea sabato scorso. Le donne sono ancora più penalizzate sul lavoro se hanno figli: il forte divario in termini occupazionali, contrattuali e retributivi tra maschi e femmine, infatti, aumenta a parità di condizioni in presenza di figli.
Tra le altre principali novità nei criteri approvati questa mattina in giunta ricordiamo:
– Incremento dei limiti massimi delle soglie di accesso ai benefici del diritto allo studio rispettivamente la soglia ISEE a 23.000 € e la soglia ISPE a 50.000 € come previsto dal Decreto Ministeriale 23 marzo 2016, n. 174.
– Attribuzione della medesima percentuale di copertura delle borse di studio in rapporto agli aventi diritto per ogni Ateneo.
– Eliminazione della media ECTS come requisito per la domanda di “Conferma Benefici per Merito”.
– Introduzione del contributo alle spese per il servizio ristorazione di 150 euro sulla borsa di studio.
– Riduzione della tariffa del servizio di ristorazione per gli studenti di 1° fascia idonei alla borsa. Tale tariffa passa da 3,50 € a 2,50 € per il pasto completo, da 2,40 € a 1,70 € per il pasto ridotto e da 2,50 € a 1,80 € per il piatto unico.
– Eliminazione del bando separato dedicato agli studenti diversamente abili. Questi studenti accedono al bando unico di borsa di studio e servizio abitativo e per loro sono previste delle agevolazioni in ordine ai requisiti di merito e di reddito.

Perché ho firmato il contro-appello sulla gravidanza in gestazione per altri
L’argomento della gravidanza in gestazione per altri (GPA) è un tema indubbiamente complesso. Francamente sono stupita dal fatto che chi ha promosso l’appello contro la pratica dell’utero in affitto non abbia tenuto conto dell’utilizzo strumentale che qualcuno avrebbe potuto farne contro il ddl Cirinnà sulle unioni civili e contro le Stepchild Adoption. Leggi Tutto

Incontrata la task force contro la violenza sulle donne dell’ospedale Sant’Anna: dobbiamo fornire alle operatrici strumenti validi per lavorare
Ci sono degli uomini che picchiano le donne anche quando sono in gravidanza. È brutale. È bestiale. Anche a Torino accade. Questa mattina ho incontrato le operatrici del reparto di Soccorso Violenza Sessuale (S.V.S.) dell’Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant’Anna di Torino. Leggi Tutto
I dati dell’obiezione di coscienza mettono a rischio l’autodeterminazione femminile in tema di aborto
I dati del Ministero della Salute hanno messo in luce a livello nazionale quello che noi diciamo da tempo: l’obiezione di coscienza tra i medici aumenta mettendo in pericolo la libertà e la salute delle donne italiane.
I dati che oggi il ministro Balduzzi ha depositato in Parlamento sono chiari.
Potrebbe essere positivo che nel 2011 siano state effettuate 109.538 (dato provvisorio) interruzioni volontarie della gravidanza, con un calo del 5,6% rispetto al dato definitivo del 2010 (115.981 casi).
Purtroppo però a questo dato fa da contro altare che tra i ginecologi si sia passati dal 58,7% del 2005 al 70,7% nel 2009 e al 69,3% nel 2010. Esiste dunque un’emergenza medica legata all’autodeterminazione femminile perché il pericolo che le donne corrano il rischio di non poter usufruire di un diritto che è garantito loro dalla legge è tangibile. Leggi Tutto