• Raccolgo e sostengo le richieste avanzate dalle RSU della Provincia di Torino

    Questa mattina ho partecipato all’incontro con le RSU della Provincia di Torino e raccolgo le richieste da loro avanzate. Sarà necessario agire con urgenza per definire il riordino delle deleghe da trasferire alla Città Metropolitana. Porrò particolare attenzione al futuro dei 22 lavoratori precari della Provincia di Torino, come già fatto in Regione Piemonte.

    LA LETTERA DELLE RSU DELLA PROVINCIA DI TORINO

  • Ho aderito alla piattaforma “Per un welfare reale, equo e rispettoso dei diritti dei cittadini”

    Ho aderito alla piattaforma “Per un welfare reale, equo e rispettoso dei diritti dei cittadini” predisposta dalle organizzazioni: Consulta per le persone in difficoltà (Cpd),  Coordinamento sanità e assistenza tra i movimenti di base (Cpd) e Federazione italiana per il superamento dell’handicap Piemonte. I punti prioritari che sono stati sottoposti ai candidati alle Elezioni regionali del 25 maggio sono: il ritiro delle delibere di Giunta regionale 45/2012, 14 e 85/2013, 25 e 26/2013 e 5/2014, provvedimenti lesivi dei diritti delle persone malate e/o con handicap invalidante grave e non autosufficienza; la sostituzione di questi provvedimenti con altri che riconoscano il diritto vigente in materia di prestazioni socio-sanitarie, a partire dalla stesura del regolamento attuativo della legge regionale 10/2010 sulle prestazioni domiciliari; l’assunzione da parte dell’Assessorato all’Istruzione delle funzioni in materia di asili nido.

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  • Un sistema integrato dei servizi per la prima infanzia

    Al 2011, i servizi per la prima infanzia nella Regione Piemonte, a fronte di un incremento della popolazione infantile dagli 0 ai 2 anni del 12,60 % nel corso degli ultimi 8 anni, presentano un quadro di offerta complessiva di posti pari a 25.311 unità articolata in 935 servizi diffusi sul territorio regionale. L’indice regionale di copertura territoriale dei servizi per la prima infanzia è attestato al 28,56 %, di poco distante dall’obiettivo comune della copertura territoriale del 33 %, fissato dal Consiglio europeo di Lisbona del 23-24 marzo 2000.

    Occorre regolare e disciplinare il sistema dei servizi per la prima infanzia in modo più adeguato alle nuove e complesse esigenze della società, al fine di garantire un’offerta plurale e differenziata e rispondere alle esigenze dei bambini e delle famiglie, tenendo conto delle condizioni socio-economiche e produttive del territorio.

    Per questo serve una legge regionale unitaria, con un capitolo di spesa specifico, che garantisca un sistema integrato dei servizi per l’infanzia, che comprenda le attività formative primarie (nidi d’infanzia, micro-nidi, nidi aziendali e sezione primavera) e le attività integrative (nidi in famiglia, centri per bambini, centri per bambini e famiglie) e ricreative. I servizi necessitano di una regolamentazione specifica, non più ricompresa nel capitolo generico dei servizi assistenziali. Pertanto è necessario modificare l’attuale assetto istituzionale e attribuire alla Regione l’attività di programmazione, indirizzo e raccordo generale del settore e lasciare ai comuni le attività di coordinamento e istituzione, in piena autonomia gestionale, dei servizi comunali.

    Come ha proposto qui in Piemonte il Gruppo Nazionale Nidi di Infanzia, si tratta innanzitutto di individuare le diverse tipologie di servizi che formano il sistema dei servizi socio-educativi per la prima infanzia, stabilirne le finalità educative, le caratteristiche e gli interventi strutturali e organizzativi di cui necessitano. E’ inoltre urgente un’operazione di razionalizzazione e semplificazione amministrativa.

    Il sistema dei servizi educativi per l’infanzia deve essere orientato alle seguenti finalità:
    1. favorire il benessere e la crescita armonica dei bambini;
    2. offrire ai bambini un luogo di accoglienza, di cura, di crescita, di socializzazione e di sviluppo delle potenzialità affettive, relazionali, cognitive e ludiche;
    3. sostenere le famiglie nei loro compiti educativi;
    4. garantire l’accessibilità, l’integrazione e il sostegno ai bambini diversamente abili o con forme di disagio;
    5. garantire l’integrazione dei bambini stranieri;
    6. garantire il collegamento del nido agli altri servizi educativi, socio-assistenziali e sanitari del territorio.

    Per questo occorre un numero cospicuo di figure educative: almeno una ogni sei per le attività formative primarie; una ogni dodici per i centri per bambini, i centri per bambini e famiglie e i servizi ricreativi. E la Regione dovrebbe farsi carico di organizzare la formazione permanente del personale.

    Per quanto riguarda i nidi d’infanzia, è indispensabile ridurre il limite di capienza massima: 75 iscritti sono un numero troppo elevato per garantire il benessere e la qualità relazionale di un ambiente di vita per i piccolissimi; così come vanno definiti gli standard minimi e massimi di capienza delle sezioni:12-24 bambini per sezione, in relazione all’età e al rapporto numerico adulto/bambino.

     

  • M’impegno per la scuola pubblica e il diritto allo studio

    19. M’impegno a lavorare perché sia garantito il diritto allo studio per tutti e tutte nella scuola pubblica, e vorremmo coinvolgere le scuole in esperienze formative che contrastino i dislivelli di partenza delle condizioni e delle conoscenze di bambini e ragazzi. Sosterremo politiche che riducano, per le fasce più deboli, le quote mensili di costo a carico delle famiglie, in modo particolare quelle relative al nido d’infanzia e chiederemo di rivedere la legge sui nidi d’infanzia. Chiederemo alla Giunta di investire per contrastare la dispersione scolastica e incrementare il tempo scuola, il numero di insegnanti a disposizione per coprire l’arco della giornata, per il sostegno alle bambine e ai bambini, alle ragazze e ai ragazzi disabili. Queste sono le priorità. La scuola pubblica è la priorità. Così come lo è il ritorno alla piena tutela del diritto allo studio universitario, con la copertura totale delle borse per gli studenti capaci e meritevoli ma primi di mezzi. Non sono dettagli, è il cuore di una proposta e di una cultura politica.

  • È stata una campagna elettorale maschilista, per fortuna è quasi finita. Le donne grandi assenti dalla scena

    Almeno in questi ultimi giorni di campagna elettorale i media daranno voce anche ai partiti che compongono le coalizioni dei candidati Presidenti e alle donne che sono candidate? È stata una campagna elettorale faticosa, noiosissima e maschilista. Per giorni abbiamo sentito dichiarazioni generiche di sei candidati Presidenti che vengono dipinti come uomini soli al comando.
    Lasciatecelo dire, per fortuna siamo arrivati alla fine perché con tutta sincerità non ne possiamo più di sentire le opinioni solo degli aspiranti Governatori. In questo mese sono state privilegiate le tinte unite e non le sfumature, quasi mai si è discusso di temi veri e di competenza regionale.
    Sinistra Ecologia Libertà ha scelto di schierare in prima fila una donna candidandomi come capolista per le prossime Elezioni regionali del 25 maggio. Noi abbiamo deciso di stare con Chiamparino perché siamo convinti che per incidere sulle future politiche regionali sia necessario esistere, e in politica esistenza è sinonimo di rappresentanza. In Piemonte abbiamo esempi illustri di donne di sinistra che hanno deciso di esistere e hanno operato in ruoli istituzionali importanti facendo parte di un processo di cambiamento competente.
    Noi abbiamo fatto la nostra campagna elettorale impegnandoci nel cercare di abbattere quel muro di silenzio che è stato eretto nei confronti delle forze politiche e di coloro che aspirano a far parte del prossimo consiglio regionale. Abbiamo sentito l’affetto delle persone e abbiamo constatato che in molti hanno ancora voglia di impegnarsi per la politica e per una donna. Sono partita da quel che ho fatto, ho raccontato il mio lavoro, facendo un bilancio di mandato, e quelli che sono i progetti che voglio portare avanti nel prossimo Consiglio regionale.
    Cambiare il sistema di cose nel quale siamo assorbiti, significa anche impegnarsi per una maggiore pluralità di contenuti politici e di genere perché le donne ci sono e vogliono esserci.