• Ho aderito al documento per le regionali dell’ANPI

    Ho letto e apprezzato il documento che l’ANPI sottopone ai candidati alle prossime Elezioni regionali del 25 maggio. L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia scrive: “Le prossime elezioni amministrative costituiscono un momento importante per la definizione di un progetto per la regione, basato sul consolidamento e sullo sviluppo dei diritti di cittadinanza civile, politica e sociale e di piena applicazione del dettato costituzionale. Nel progetto di chi governerà il Piemonte, dovranno perciò essere previsti interventi volti a consolidare una memoria storica che renda merito ai tantissimi che hanno lottato contro il fascismo e il nazifascismo e reso possibile lo sviluppo dell’intera nazione nella libertà e nella democrazia” – per questi motivi ho deciso di sottoscrivere con convinzione il documento che mi è stato proposto e che potrete leggere di seguito.

    Il documento che l’ANPI ha sottoposto ai candidati alle prossime Elezioni regionali del 25 maggio

    Benché in Valsesia esista un gruppo consistente, diffuso e coerente di impegnati antifascisti, non c’è dubbio che il territorio avrebbe bisogno di una forte iniezione di antifascismo, capace di diffonderlo fra i cittadini e di farlo penetrare nelle istituzioni, come condizione essenziale per il consolidamento della democrazia. Ciò a maggior ragione perché ci troviamo in una fase storica in cui in tutta Italia spirano venti di conservazione, di populismo e addirittura, in alcuni casi, di autoritarismo, oltre la crescita e la diffusione di movimenti dichiaratamente neofascisti.

    Colpisce il fatto che l’esposizione di simboli fascisti e le manifestazioni aperte di fascismo e nazismo lascino indifferente tanta parte dei cittadini, che non ne considera la gravità e la pericolosità, e trovino un clima troppo tiepido anche nelle istituzioni che dovrebbero garantire il rispetto della Costituzione e dei valori costituzionali.

    Revisionismo e negazionismo favoriscono la sottovalutazione dei fenomeni, producono diseducazione e disinformazione, non aiutano la diffusione di un antifascismo di fondo, che dovrebbe essere il connotato comune di tutte le generazioni.

    La legge Scelba (n.645/1952), all’art. 9, detta una norma (peraltro mai applicata fino ad oggi) che dispone di “far conoscere in forma obiettiva ai cittadini e particolarmente ai giovani delle scuole (…) l’attività antidemocratica del fascismo.”

    Riteniamo pertanto opportuno delineare un programma non solo di difesa democratica, ma anche di sviluppo dell’antifascismo e della cultura dei valori e dei princìpi costituzionali. Un programma – politico e culturale – che riguardi tutti i candidati e tutte le forze politiche senza esclusioni e senza eccezioni, e che sia fortemente impegnato e partecipato.

    Le prossime elezioni amministrative costituiscono un momento importante per la definizione di un progetto per la regione, basato sul consolidamento e sullo sviluppo dei diritti di cittadinanza civile, politica e sociale e di piena applicazione del dettato costituzionale. Nel progetto di chi governerà il Piemonte, dovranno perciò essere previsti interventi volti a consolidare una memoria storica che renda merito ai tantissimi che hanno lottato contro il fascismo e il nazifascismo e reso possibile lo sviluppo dell’intera nazione nella libertà e nella democrazia.

     

    Per queste ragioni, l’Anpi Varallo sottopone ai candidati alcuni obiettivi da inserire nel progetto di governo, sui quali chiediamo un chiaro pronunciamento:

    – I candidati al Consiglio Regionale si impegnano nel far approvare disegni di legge per rendere il “corpo” dello Stato il più possibile democratico e vicino alle esigenze ed alle attese dei cittadini, e per garantirne l’impermeabilità rispetto ad ogni intrusione da parte di chi non si richiama ai valori costituzionali;

    – I candidati al Consiglio Regionale si impegnano nel far approvare disegni di legge che aumentino la trasparenza e che sviluppino la partecipazione dei cittadini alla vita democratica;

    – I candidati al Consiglio Regionale si impegnano nel far approvare disegni di legge che promuovano e incentivino lo sviluppo della Costituzione della Repubblica, con particolare riferimento per quanto concerne la loro funzione all’ Art. 54 : “Tutti i cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle, con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge.”

    – Il Consiglio Regionale deve considerare, nel proprio programma di attività e di bilancio, il contributo della ricerca storica per la conoscenza del fascismo e della Resistenza. Questo dovrà avvenire attraverso il finanziamento della legge regionale 28/1980 “Concessione di contributi annui agli Istituti Storici della Resistenza in Piemonte”  in misura non inferiore a quanto stanziato nel 2013 e con erogazione nei tempi corretti, attraverso l’assegnazione di contributi a progetto sulla Legge regionale 58/78 e attraverso l’attività del Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione repubblicana, con l’impegno di estendere i benefici a tutti gli Istituti Storici della Resistenza operanti sul territorio regionale con pari dignità e in pari misura.

    – Il Consiglio Regionale, attraverso i Comuni piemontesi, si impegna a garantire il rispetto delle festività più significative sul piano dei valori (come il 25 aprile e il 2 giugno) e scendere in campo in prima persona contro ogni tentativo di negare o svalorizzare i significati ad esse collegati, garantendo la più ampia partecipazione dei cittadini alle manifestazioni e contrastando, in ogni forma, tutte le manifestazioni contrarie allo spirito che pervade la Costituzione italiana;

    -In ottemperanza alla legge Scelba, i candidati firmatari di questo appello si impegnano a far adottare misure adeguate perché si insegni nelle scuole di ogni ordine e grado non solo la nostra storia più recente e le sue pagine migliori (dal Risorgimento alla Resistenza) ma la stessa concezione della democrazia, attraverso la creazione di bandi, concorsi, occasioni di incontro e finanziamenti distribuiti sull’intero territorio piemontese e non solo al territorio del capoluogo;

    -Devono allo steso modo essere adottate misure adeguate per la formazione del cittadino alla convivenza civile ed ai valori di fondo del nostro sistema democratico; favorendo, al tempo stesso, l’integrazione e la coesione sociale e fornendo agli stranieri che si inseriscono stabilmente sul nostro territorio, gli strumenti necessari per l’acquisizione di un vero senso di appartenenza;

    -Le istituzioni centrali devono fare quanto occorre per procedere alla formazione, al loro interno, del personale perché si ispiri alle regole dettate dalla Costituzione, non lasciando alcuno spazio all’autoritarismo, al sopruso, alla corruzione, al burocraticismo esasperato, alla mancanza di rispetto per i diritti dei cittadini;

    – Nel rispetto e nella coerenza del ruolo avuto dal Piemonte nella Resistenza e nella lotta di Liberazione, L’ANPI Varallo e Alta Valsesia chiede che vi sia un chiaro impegno perché non ci siano decisioni, concessioni, tolleranza, sostegno a iniziative ad associazioni o soggetti comunque denominati che si rifacciano a fascismo, nazismo e altre forme di intolleranza politica e di razzismo”.

    ANPI Varallo e Alta Valsesia

  • Torniamo in piazza per riprendere quel discorso che abbiamo interrotto da troppo tempo: domani e sabato aderiamo alle manifestazioni dell’ANPI, dei sindacati e degli studenti

    In questi giorni abbiamo assistito alla rivolta dei forconi e alla rabbia di chi non riesce più ad andare avanti. Oggi, più che mai, è necessario fare dei distinguo: dentro una piazza strumentalizzata da una destra violenta e populista, c’erano anche cittadini comuni che, ignorando le sigle politiche che erano dietro alcune manifestazioni, hanno voluto urlare il loro disagio contro un certo tipo di politica.

    Il Governo Monti prima e quello Letta adesso sono il simbolo dell’austerità e dell’iniquità: noi ci siamo sempre opposti a questo tipo di politiche. Leggi Tutto

  • Forconi, buone ragioni per manifestare, ma pessimi compagni di piazza. La popolazione ha già in mano gli strumenti per cambiare il Paese, ma non li utilizza

    Giungere il Consiglio regionale attraversando una città dai contorni spettrali ci ha fatto riflettere. Il disagio della popolazione è un dato di fatto che però non scopriamo oggi. Chi conosce il lavoro che quotidianamente svolgiamo è consapevole dell’impegno che ogni giorno cerchiamo di mettere in campo per risolvere i problemi in modo concreto e senza troppi proclami.

    La manifestazione di oggi ci obbliga a fare una profonda riflessione sugli strumenti che vengono proposti per affrontare la sempre più pressante crisi del Paese e sui metodi. Leggi Tutto