• TPL: esiste un disegno, una logica che la Regione sta perseguendo nell’abbandono delle politiche di trasporto pubblico?

    Nel corso di questa legislatura a più riprese abbiamo affrontato il tema del trasporto pubblico locale, senza mai giungere alla definizione strutturale di un piano trasportistico regionale e delle sue ricadute ambientali. Di fronte alla politica di riduzione degli stanziamenti statali si ponevano due strade: difendere gli interessi dei piemontesi, oppure assecondare le politiche dei governi che negli ultimi 3 anni hanno quasi azzerato le disponibilità sul tema del trasporto pubblico.

    Quando a Novembre 2012 il Governo decide di ridurre nel Ddl stabilità, di ulteriori 20 milioni di euro i soldi per il fondo nazionale, che diventeranno 30 per il Piemonte, la Regione a guida leghista non sente la necessità di tutelare i cittadini piemontesi, tra i più danneggiati in tutta Italia. Forse si ritiene di poter gestire i servizi essenziali con 130 milioni di euro, o che nell’ambizioso progetto della Macroregione del Nord, oltre alla moneta locale, sia previsto anche il ritorno ad un mezzo di trasporto legato alle tradizioni del passato: il calesse.

    La vicenda del tpl è paradigmatica dell’atteggiamento di questa giunta, o di queste Giunte visto il recente rimpasto: rapida e spietata nel tagliare i servizi universali, morbida e disponibile con gli interessi specifici delle lobby o dei partiti che la compongono.

    Non si trovano risorse per i precari, per la Sanità, per il trasporto pubblico. Ne’ si trova la forza di battere i pugni con il Governo nazionale per soluzioni strutturali che vadano oltre la mera gestione delle emergenze. Diversamente, si trovano rapidamente le risorse e le motivazioni per ampliare la squadra di Governo che incideranno per 500.000 euro l’anno e sottolineano l’insopportabile leggerezza nella definizione delle priorità d’azione.

    Una Regione che non riesce ad arginare i processi di dismissione industriale e di impoverimento produttivo, deve almeno garantire alle migliaia di piemontesi che ogni giorno si spostano in altre regioni, Lombardia in primis, condizioni dignitose di trasporto tali da non compromettere la qualità della vita. Inutile elencare l’infinita serie di disagi provocati ai pendolari piemontesi con l’unica costante dei rimpalli di responsabilità tra la Regione e Trenitalia.

    La domanda che ci sentiamo di porre alla Giunta è: esiste un disegno, una logica che state perseguendo nell’abbandono delle politiche di trasporto pubblico? Vogliamo favorire l’ingresso di operatori privati con un disimpegno forzato delle amministrazioni locali? E’ questa la risposta ai bisogni della nostra Regione? Crediamo che l’oggetto della discussione debba vertere proprio sul futuro della mobilità e della qualità dell’ambiente, in un binomio inscindibile.

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