Tavolo Massicci, le opposizioni avevano ragione su tutta la linea. Adesso su Valdese, emodinamiche e punti nascite la Regione ci ascolti subito
“Meglio tardi che mai”: mai tale detto fu più azzeccato se non nel caso della gestione sanitaria della Regione Piemonte.
“Meglio tardi che mai” perché finalmente dopo quasi un mese è mezzo dalla riunione congiunta del tavolo tecnico per la verifica degli adempimenti regionali con il Comitato permanente per la verifica dei livelli essenziali di assistenza siamo riusciti ad ottenere il verbale della seduta; “meglio tardi che mai” perché dopo tutte le denunce che abbiamo fatto in merito alle lunghe liste d’attesa che devono subire le persone non autosufficienti anche lil problema è stato rimarcato dal ministero; “meglio tardi che mai” perché anche la Regione ha dovuto registrare l’inutilità delle federazioni sanitarie.
Ad una prima analisi del documento che ci è stato fornito emergono delle criticità che ci preoccupano e non poco. Dal punto di vista finanziario viene riconfermato il fatto che la Regione necessita di adottare provvedimenti di copertura del disavanzo per un importo di 864 milioni di euro e non stiamo parlando di quattro spiccioli. Rispetto alla contrazione dei posti letto viene dichiarato che per quanto riguarda l’erogazione di assistenza territoriale, l’ultimo aggiornamento disponibile degli indicatori evidenzia una quota di anziani assistiti a domicilio inferiore all’atteso e una dotazione insufficiente di posti letto presso strutture di tipo hospice, sulle quali tra l’altro Monferino aveva dichiarato: “Personalmente, poi, sono contrario agli Hospice: mi pare una crudeltà mandare lì i pazienti dicendo loro “sei morto”. Cavallera illustrando il suo piano operativo ha previsto un aumento dei posti letto per la non autosufficienza, ma tutto questo arriva dopo una fortissima tirata d’orecchie dei vertici nazionali.
Un altro esempio? Le Federazioni. Nel documento si legge: “con riferimento alle federazioni sovrazonali non essendo pervenuta la documentazione attestante la coerenza con la programmazione regionale prevista dal piano di rientro”, ma si parla anche di “contrasto con la spending review” e di “superamento per via legislativa delle gravi criticità, tra le quali quelle sul personale” – in poche parole viene ribadito il concetto che abbiamo ripetuto fino allo sfinimento: per risparmiare denaro si creano nuove strutture mangia soldi? Infine abbiamo sempre avuto delle perplessità sulla “Città della Salute e della Scienza di Torino” in quanto non capiamo bene quale sia il progetto concreto, bene, anche in questo caso sono stati sollevati diversi dubbi. Se questa amministrazione regionale ascoltasse di più l’opposizione forse si perderebbe molto meno tempo.
Domani in commissione attendiamo ulteriori chiarimenti: sul Valdese abbiamo compreso che l’assessore Cavallera sta bluffando, mentre non abbiamo ancora compreso ad esempio se le emodinamiche o il punto nascita di Carmagnola chiuderanno al 30 giugno di quest’anno. Cavallera dimostri di essere un uomo ragionevole e ascolti i suggerimenti che arrivano dal centro-sinistra: non chiuda il Valdese, i punti nascita e le emodinamiche.