• Question time su CIGO al CSI-Piemonte: criteri nella pratica disattesi. Annunciato un tavolo di confronto con le RSU aziendali

    Sul CSI-Piemonte l’assessore Giordano evidentemente non sa che pesci prendere: al nostro Question Time ha risposto dicendo tutto e non dicendo nulla.
    Oggi abbiamo interrogato la Giunta regionale in merito al provvedimento di cassa integrazione che ha colpito 98 dipendenti del CSI-Piemonte. Abbiamo chiesto chiarezza, quella che fino ad oggi è mancata in questa vicenda: con quali criteri sono stati selezionati i lavoratori e le lavoratrici che sono stati messi in cassa? Visto che è stata richiesta dall’azienda la CIGO per i prossimi tre mesi e i lavoratori colpiti sono stati coinvolti esclusivamente per il primo dei tre, chi non lavorerà nei due successivi?
    L’assessore Giordano ci ha detto che i criteri adottati sono principalmente tre: appartenenza a gruppi di lavoro impattati dalla riduzione del perimetro economico assegnato al CSI; ridotta polifunzionalità; minore esperienza rispetto ai colleghi appartenenti all’unità organizzativa di appartenenza. Ad un primissimo esame ci sembra che molti lavoratori del CSI messi in cassa integrazione non rispondano ai drammatici criteri di selezione: hanno una lunga esperienza e appartengono a gruppi di lavoro che sono stati confermati.
    Siamo consapevoli che la CIGO può colpire qualsiasi lavoratore, anche dipendenti part-time e appartenenti a categorie protette, ma siamo convinti che si debba tenere conto anche dell’etica quando si affrontano scelte tanto delicate.
    Per quanto riguarda il tavolo di confronto con le RSU aziendali per definire criteri oggettivi e trasparenti con i quali determinare percorsi di riassorbimento in organico preferenziali ove esistano condizioni di particolare sofferenza economica prima di gioire attendiamo di vedere realmente attivato questo strumento e non possiamo comunque che constatare che si tratta in ogni caso di un atto tardivo: si raccolgono i cocci dopo aver frantumato il vaso.
    Come tardiva è la verifica che l’assessore ha annunciato sui metodi di comunicazione della cassa integrazione ai dipendenti del CSI-Piemonte. Avremmo preferito che venisse utilizzata sensibilità umana che nei fatti non avrebbe cambiato la situazione critica, ma che avrebbe salvaguardato la dignità del lavoratore.
    Giordano dunque ci ha detto, tutto e nulla. Continua a non rispondere sull’eventualità di effettuare una rotazione dei dipendenti in cassa integrazione e non ci dice se il numero dei lavoratori rimarrà quello di oggi o aumenterà.

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