• Questa mattina il seminario “Accoglienza e integrazione, buone pratiche e nuove opportunità”

    “Accoglienza e integrazione, buone pratiche e nuove opportunità”. È questo il tema del seminario che è stato organizzato questa mattina per discutere insieme ad amministrazioni locali, operatori sociali, associazioni e migranti di quelli che sono i percorsi positivi di inserimento sociale dei profughi e richiedenti asilo nei territori piemontesi.

    È stata una giornata di riflessione sulle buone pratiche avviate in Piemonte. Un modello di interazione tra i/le cittadini/e dei territori e le persone che vengono accolte. Esempi positivi di volontariato civico e lavori socialmente utili che avvicinano i migranti con la cittadinanza. La Regione Piemonte vuole partire dalle buone pratiche per costruire insieme a tutti gli attori in causa politiche concrete che possano essere utili ad avviare seri percorsi di inserimento lavorativi e che rendano quel che oggi viene vissuta come un’emergenza, come un’opportunità.

    Obiettivo del seminario era quello di far emergere tutte le realtà dove i richiedenti asilo sono diventati una risorsa per il territorio, un’opportunità e non un problema. Mettere in evidenza storie di integrazione e di accoglienza, incoraggiare le buone pratiche di inserimento nel tessuto sociale dei richiedenti protezione internazionale. In Piemonte esempi del genere sono molti: a Gattinara alcuni profughi sono stati tesserati da società di calcio locali, ma prima di iniziare il campionato hanno voluto contribuire concretamente alle esigenze della comunità e hanno apportato migliorie ai locali dello stadio comunale; a Favria un profugo nigeriano a partire dal 29 giugno fa parte dello staff che gestisce il centro estivo, farà il deejay per alcune serate musicali e si occuperà della web radio dell’associazione “Favria Giovane”; a Mondovì alcuni richiedenti asilo sono stati coinvolti in lavori di volontariato per la pulizia e manutenzione di locali comunali. Si tratta di percorsi di inserimento sociale che contribuiscono a diminuire le distanze tra chi arriva e chi risiede.

    Da questi percorsi la Regione potrà andare a definire la parte del Piano operativo regionale relativa all’avvio di concreti processi di inserimento lavorativo provando a dare una risposta all’interrogativo principale che è emerso anche questa mattina che è quello del passo successivo da compiere dopo la prima accoglienza.

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