• Oggi sfiduciato l’Assessore Giordano sul CSI-Piemonte. Rilanciamo la nostra proposta di riorganizzazione dell’ente

    Questa mattina in Commissione Bilancio si è consumata una nuova puntata della crisi che la maggioranza della Regione Piemonte sta vivendo ormai in forma sempre più drammatica.
    Oggi è toccato all’Assessore Giordano essere sfiduciato dalla sua maggioranza che ha presentato compatta, ad eccezione della Lega, un emendamento alternativo al suo al ddl di “Riordino delle attività della Regione Piemonte nel settore dell’Information and Communication Technology (ICT)”.
    La modifica proposta inizialmente dall’Assessore Giordano è stata presentata come una traccia di lavoro su cui discutere. Essa prevede la costituzione a partire dal CSI-Piemonte di una società tutta pubblica che coordini le politiche dell’ICT. A nostro avviso si tratterebbe di una società di committenza, un doppione, che si andrebbe ad affiancare ad SCR. Per la parte operativa dell’azienda, la factory, l’Assessore ha dichiarato di prediligere la totale privatizzazione, per avere libertà nel concorrere all’aggiudicazione di commesse pubbliche e private, piuttosto che la gara a doppio oggetto, con una partnership privato-pubblico. Nella sua proposta di modifica sono comunque contemplate entrambe le proposte.

    L’emendamento alternativo a quello di Giordano prevede invece un immediato commissariamento dell’ente per andare a costruire quello che è stato definito “un nuovo sistema di governance”, che renda chiaro chi decide. Potrebbe essere un comitato interassessorile oppure un coordinamento delle direzioni regionali. A detta di Angelo Burzi ciò è necessario poiché Giordano ha dimostrato di mancare di delega politica, soprattutto a partire dalla non chiarezza sugli intendimenti di Monferino  nell’utilizzare o meno il CSI-Piemonte come strumento per l’informatizzazione sanitaria.
    Noi manifestiamo il nostro disagio di fronte a questa incapacità da parte della maggioranza ad esprimere una proposta per il CSI-Piemonte che possa essere discussa in Consiglio Regionale e con i lavoratori.
    Finora si è utilizzata la scusa della spending review per coprire la volontà politica della privatizzazione dell’ente. A nostro avviso, invece, il CSI-Piemonte non rientra nella spending review e per questo rilanciamo il nostro progetto di legge che abbiamo presentato per il suo mantenimento pubblico, non tradotto in mera conservazione, ma con una riorganizzazione a partire dalla definizione di un piano industriale.

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